“La poesia e la scoperta dell’infanzia”: “La TOSCANA nuova”, luglio-agosto 2024

Rubrica “Curarsi con la poesia”

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Curarsi con la poesia

La poesia e la scoperta dell’infanzia

di Roberto Mosi

da “la TOSCANA nuova” Luglio-Agosto 2024

L’arrivo di un bambino in una famiglia rappresenta un’esperienza meravigliosa, affascinante nei diversi momenti della crescita mentre si  forma una personalità sempre più autonoma. Per i nonni è un incontro speciale, avviene in un periodo della loro vita che presenta varie problematiche di natura fisica, psichica e sociale. Devono seguire i bambini quando i genitori sono impegnati e questi compiti, se da un lato sono delicati, da svolgere con senso di responsabilità, dall’altro sono come un dono, offrono momenti di gioia, preziosi per superare solitudini, stati di ansia, per dare, in definitiva, un senso ad una fase particolare nella vita di ognuno di noi. Anche in questo caso la poesia aiuta a vivere al meglio questi rapporti, a comprendere in pieno la magia di questi momenti, catturarli, conservarli con noi evitando il rischio che fuggano senza lasciare tracce.

Sono stato sempre interessato alle opere dei poeti che hanno riservato una precisa attenzione al mondo dell’infanzia, sulla mia scrivania ci sono, fra gli altri, i libri di Giovanni Pascoli, Gianni Rodari, conosco a memoria parti delle loro opere, mi sorprendo a dare vita ai loro personaggi nei sogni che mi capita di fare ad occhi aperti. Un passaggio fondamentale, però, è stato l’arrivo nella nostra famiglia, in tempi diversi, di due splendide nipoti, Marta e Anna: è venuto in maniera naturale il desiderio di fissare in alcuni versi sensazioni, sentimenti, che ho riunito nella raccolta “Aquiloni” (Il Foglio), riportata poi nell’antologia “Poesie 2009-2016” (Ladolfi). Scrivere versi, fissare pensieri sulla carta credo sia un’esperienza diffusa, avviene come in presa diretta, senza artifici, anche se nella maggior parte questi scritti finiscono in un cassetto; aiutano, però, a conservare con noi il ricordo di momenti unici della nostra vita, le parole di una poesia, il loro suono, il ritmo, ci consegnano un’immagine, un’atmosfera che hanno un valore in sé, prima di ogni considerazione estetica. Nella raccolta che ho citato, “Aquiloni”, c’è una scansione naturale dei vari episodi che hanno segnato questa mia esperienza. In primo luogo la gioia per l’annuncio della prossima nascita (… risuonino accordi di chitarra/ i canti riempiano le stanze… “L’annuncio”), l’arrivo della bambina (Quando sei nata/ c’era una falce/ di luna calante/ sospesa sull’ospedale/ alle porte del Chianti … “L’arrivo”), il primo pensiero al suo futuro (Marta è nel tempo/ venti secondi per respirare/ venti minuti per urlare/… venti anni per amare/ Marta è nel tempo. “Venti giorni”),  il primo contatto (Dieci le tappe/ del viaggio nella casa/ dieci i  mesi/ il braccio è la sella/ sprona il vecchio cavallo … “Il viaggio”), le prime favole inventate (Intreccio parole rubate/ alla dispensa delle fate/ alla fattoria di ogni dove … “Il mondo dei sogni”), i primi giochi insieme (Scivola la bicicletta/ attraversa le piazze/ Marta è sul sellino davanti/ il casco rosa/ cantiamo forte/ “e voialtri bersaglieri”… “L’orchestra volante”), le prime scoperte (Marta ha scoperto/ la sua ombra/ corre qua, corre là/ l’ombra la segue … “L’ombra), i pianti per il mal di pancia (Sul prato dei sogni/ non danzano fate benigne/  ti svegliano dolori/ di pancia, piangi … “Uno strano convoglio”), l’arrivo di Anna (… Si raccoglie/ sul fianco un gomitolo/ una soffice piuma./ Poi il silenzio, il respiro/ leggero di Anna./ Anna si è intrufolata/ nella nostra vita. “Dalla loggia”), i giochi al mare, sulla spiaggia di Baratti (Marta compone un tappeto/ di ciottoli, pezzi di rossi/ mattoni, di neri rosticci/ dai forni di fusione/ degli etruschi, Anna scrive/ parole con una canna/ sulla sabbia bagnata … “Primavera”). Tempi ormai passati ma che hanno lasciato doni preziosi che posso tirare fuori in ogni momento dal cassetto della memoria, mi fanno sorridere, sono risorse incredibili per momenti di solitudine, di tristezza, di dolore.

Roberto Mosi si interessa di poesia, narrativa e fotografia, collabora con riviste fiorentine. Per la poesia ha pubblicato le antologie Poesie 2009-2017 (Ladolfi) che raccoglie le raccolte Nonluoghi, Luoghi del mito, L’invasione degli storni, Concerto, Aquiloni (raccolta pubblicata anche come e-book: LaRecherche Edizioni, n.33); Amo le parole. Poesie 2017-2023, Ladolfi (raccolte: Il profumo dell’iris, Navicello Etrusco, Eratoterapia, Orfeo in Fonte Santa, Prometeo, ecc.). Per la narrativa ha pubblicato Tre principesse francesi a Firenze (Montecorboli), Barbari (Masso delle Fate), Ogni sera Dante ritorna a casa (Il Foglio), Elisa Baciocchi e il fratello Napoleone (Il Foglio).

www.robertomosi.it; www.poesia3002.blogspot.it; mosi.firenze@gmail.com

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E-book  link

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Uno strano convoglio

.

Sul prato dei sogni di Marta

non danzano fate benigne,

ti svegliano spesso i dolori

di pancia, piangi appoggiata

sul vaso fra water e bidet.

Ti tengo la testa fra le mani,

passerotto bagnato,

il capo ciondoloni.

.

Parte ogni volta uno strano

convoglio, io davanti, tu dietro,

la nonna Giovanna e Arturo,

il gatto tutto assonnato.

Le braccia sono stantuffi,

tù tù, la partenza dal bagno,

le fermate, l’arrivo in terrazza,

si alza il coperchio, barabumba

il pannolino giù nel secchio.

.

Quanti viaggi, Marta, per i tuoi

venti mesi, il tù tù della cacca,

fra profumi, fischi e risate.

* * *

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