Libro d’Artista “Il Navicello Etrusco” di Enrico Guerrini e Roberto Mosi

Disegni di Enrico Guerrini

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Collegamento Il Navicello Etrus

Roberto Mosi “Navicello Etrusco”, Il Foglio

Il  Navicello Etrusco percorre, sospinto dai venti della costa,  il tratto di mare, in vista di Populonia, dal golfo di Baratti al promontorio dell’attuale città di Piombino, alle spiagge del golfo di Follonica,  con la vista costante dell’isola d’Elba. Attraversa le acque tempestose della storia che separano il mondo degli etruschi dai nostri giorni, giorni pieni di ansie e di sconfitte. Populonia deve il suo splendore allo sfruttamento delle risorse minerarie della vicina isola d’Elba, che la resero uno dei centri più fiorenti della metallurgia antica del bronzo e del ferro. Sono le tracce di questa produzione che noi oggi  troviamo sulle spiagge, residui impalpabili che luccicano come lamine d’oro al sole e illuminano le poesie della raccolta ( Il vulcano, Fonte di San Cerbone). Presenze costanti sono poi i ritrovamenti archeologici e il fascino dei luoghi in cui sono avvenuti  (L’anfora di Antiochia, La fonte del Pozzino, Lo schiavo, L’archeologo). Al centro della scoperta del mondo etrusco, vi è l’olimpo delle sue divinità e dei miti (Tagete, Turan dea dell’amore, Tular Dardanium, Il navicello), l’arte e la sapienza dei sacerdoti (I fulmini degli dei, L’aruspice), la figura “moderna”della donna etrusca (Velia). Il navicello fa vela, a ritroso, come si è detto, verso i tempi della contemporaneità. Incrocia il viaggio di Rutilio Namaziano, da Roma alla Provenza (Barbari) , la fuga per mare di San Cerbone, la magia e l’atrocità del medioevo (La strega, Diciassette dadi). Il porto di arrivo del viaggio poetico, costellato dalle emozioni personali vissute dall’autore  per il mare di Populonia e di Piombino, è rappresentato dal “luogo del nonlavoro”, la grande acciaieria con i forni spenti (La Sterpaia, Cigli erbosi). Al porto d’arrivo del Navicello possono essere ritrovate anche ragioni di speranza, uno stare bene, in definitiva, un essere felici, in un luogo in-cantevole, ricco di storia, di bellezze naturali e artistiche  ( Turan dea dell’amore, Città nave, Città libro, Città lanterna, Solstizio d’estate, Buca delle Fate, Parole, Dalla loggia). Il Navicello è pronto a salpare di nuovo per tornare ai tempi delle origini, per le vie del mito. Nello scritto poetico Tular Dardaniu – Migrare, si riprende la figura mitica di Dardano che partì dall’Etruria per andare a fondare la città di Troia, attraversando il Mediterraneo, come i migranti dei nostri giorni (Mani, Uccelli migratori, La stella cometa, 35.5 Latitudine Nord – 12,6 Longitudine Est).

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