Dieci anni dell’Officina del Mito al Caffé delle Murate, Firenze

Roberto Mosi: “Amo le parole”, Ladolfi Editore, l’Antologia del MITO - Lo sguardo critico di Silvia Ranzi

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DECENNALE DELL’OFFICINA DEL MITO: Il MITO DEGLI ETRUSCHI nel 2026

ROBERTO MOSI

“AMO LE PAROLE”, LADOLFI EDITORE Primo Premio LIBRI POESIA “ALBEROANDRONICO” 2024

DISEGNI DI ENRICO GUERRINI

2016 I CONFINI DEL MITO     2018 LABIRINTO TRA CAOS E COSMO    2019 ORFEO CHI?

2020 PROMETEO    2021 IL CONCITTADINO DANTE         2022 Il GIARDINO GLOBALE

2023 ANTIGONE        2024 EROS           2025 ATHENA

ROBERTO MOSI
Fiorentino di nascita, dirigente per la cultura alla Regione Toscana, da un ventennio si è affermato quale poeta, fotografo di cicli iconografici, scrittore di narrativa   e saggi archivistici alla riscoperta di personalità che hanno segnato la fisionomia della Città dell’IRIS nei carismi della Toscanità

Ha pubblicato due Antologie liriche - “ POESIE 2009 -2016” e “ AMO LE PAROLE”( 2017 – 2023) Ladolfi Editore, prefazione di Carmelo Consoli  - che restituiscono il denso e variegato percorso lirico della sua produzione letteraria  su vari temi nell’esplorazione della Cultura del territorio, luoghi e non luoghi  al crocevia tra STORIA e MITO quale perno portante la sua poetica, il culto per l’amata Florentia nelle sue strade, vicoli, siti panoramici e monumentali, il richiamo per la tutela dell’ecosostenibilità ambientale,  le istanze di un Umanesimo  civile e solidale da difendere, la narrazione della follia ai tempi dei presidi  psichiatrici dei manicomi di S. Salvi, la ricerca  immersiva nel Naturalismo appagante e riesumato di verità ancestrali, itinerari introspettivi e spirituali in cui echeggiano stratificazioni MITICHE, interfacciando L’ANIMA LOCI  o  GENIUS LOCI dai suggestivi riverberi evocativi.

Le sue liriche intrecciano accenti intimi a rimandi semantici nelle ritualità della memoria su piani interdisciplinari: tra reale ed ideale, contingente e sovratemporale, passato e presente, utopico ed onirico, materia e spirito.

Nella veste di poeta e fotografo ROBERTO MOSI ha fondato l’OFFICINA DEL MITO con l’artista ANDREA SIMONCINI ed altri esponenti rinomati del milieu fiorentino, appartenenti alla società di Belle Arti - Circolo degli Artisti “Casa di Dante”, approdando al decennale di eventi  espositivi su temi legati al Mito: ROSA CIANCIULLI, GUIDO DEL FUNGO, ENRICO GUERRINI, GIOVANNI MAZZI, SALVATORE MONACO, MARGHERITA OGGIANA, ANDREA ORTUNO,  ZERVA PARASKEVI, ANGIOLO PERGOLINI, ROBERTO ROMOLI e la partecipazione  del musicista UMBERTO ZANARELLI.

Il MITO - racconto simbolico ed immaginifico di esseri divini, eroi e discese nel aldilà - contrapposto in età classica a LOGOS (argomentazione razionale) - è una Ierofania che possiede valore storico ed archetipale universale sconfinando nella dimensione extratemporale, portando ad un ampliamento di coscienza che sconfina nelle frontiere delle personificazioni e simbolismi peculiari delle Arti visive.

Il concetto moderno di MITO ha un campo di applicazione ampio nell’ambito della storia delle Religioni: naturalismo allegorico, antropologico e sociale.

JOHANN JAKOB BACHOFEN, storico ed antropologo svizzero, sostiene che il mito incarna la lingua primordiale della condizione umana nelle sue valenze metastoriche (forze trascendenti, extraumane, panteismo); autore del saggio “Il simbolismo funerario degli antichi” (1859) ha posto le basi per la  “Storia delle immagini” che influenzerà pensatori come Aby Warburg e Walter Benjamin.

Tale concetto nel ‘900 trova riscontro nelle opere del rumeno Mircea Eliade, storico delle religioni ed antropologo, (1907 – 1986) nel saggio: “Il mito dell’eterno ritorno” (1949). Egli afferma: “Il SACRO è insomma un elemento della struttura della coscienza e non è uno stadio nella storia della coscienza stessa”

ERNST CASSIRER filosofo tedesco naturalizzato svedese, dopo GB. VICO (la moderna scienza del mito ha il suo atto di nascita) E. SCHELLING, diviene il pensatore che in modo sistematico si è dedicato allo studio estetico del Mito: nei suoi testi “Filosofia delle forme simboliche” (1923 -’25) e in “Linguaggio e mito” (1925) afferma l’autonomia semantica del simbolismo mitico quale prodotto della creatività dello spirito umano.

Si avvicendano gli studi psico-etnologici influenzati dal Positivismo e dall’Evoluzionismo.

WILHELM WUNDT, psicologo, fisiologo e filosofo tedesco, seguendo questo indirizzo di ricerca, ritiene il MITO un prodotto dell’immaginazione che appartiene al mondo sentimentale e rappresentativo definito “Appercezione mitica” (“Psicologia dei popoli”1900 –‘1920). La sua enfasi è sull’analisi dei contenuti mentali per comprendere la loro struttura e giungere alla “sintesi creativa” dove l’unione delle parti crea un tutto nuovo.

E’MILE DURKHEIM (Epinal 1858 - Parigi1917), sociologo, filosofo, storico delle religioni, fondatore del “Funzionalismo” di scuola francese: il Mito una proiezione che riflette le caratteristiche della vita sociale dell’uomo connessa con la tradizione e la continuità della cultura nella connessione con le realtà soprannaturali primigenie.  Decisivo sarà lo sviluppo della PSICOLOGIA DEL PROFONDO   che a partire dal suo pioniere SIGMUND FREUD rese possibili nuovi orientamenti negli studi mitologici.

La funzione dei Miti - potenze cosmiche, esseri divini, eroi - nella loro sacralità teogonica, cosmogonica, antropogonica, secondo la teoria dell’INCONSCIO COLLETTIVO di CARL GUSTAV JUNG (1875 -1961) assume il ruolo di veicolare simboli quali proiezioni degli “Archetipi” o idee madri della psiche arcaica, “massa ereditaria spirituale che rinasce in ogni struttura cerebrale individuale”.

La scuola fenomenologica con KAROLY KERENYI (1897 – 1973), filologo classico e storico delle religioni ungherese, individua per i miti classici l’origine nei mitologemi primordiali: una sorta di materiale originario che la fantasia mitopoietica elabora secondo regole riconducibili all’ “Evoluzione storica”.

Congratulazioni a Roberto Mosi per il suo itinerario composito nella dialettica tra verso lirico e immagine fotografica, per la sua vocazione esplorativa multisensoriale e analitica delle sottese radici culturali nei riverberi della natura, storia del territorio, urbanesimi, fisionomie di Umanesimi alla ricerca di verità vaticinanti nel rapporto con il Divino.

Ringraziamo l’OFFICINA DEL MITO per l’apporto culturale insito nell’alleanza “fenomenologica” tra l’Arte e le valenze sublimatrici del Mito quale scrigno di verità primigenie universali, nel dialogo tra passato e presente secondo rinnovate Iconografie ad opera dei singoli artefici: speculazione ispirativa, prassi stilistica ed atti ermeneutici delle rappresentazioni paradigmatiche.

SILVIA RANZI

LIRICA DI ROBERTO MOSI da Navicello etrusco (Il Foglio, Piombino, 2018)

IL VULCANO - TURAN, DEA DELL’AMORE

Il  vulcano

Il vulcano sprigiona fuoco,

fumo solenne sulla spiaggia.

Il gioco di questa mattina.

Le onde lo circondano,

a tratti, lo lasciano libero.

Alimentiamo il fuoco

con i legni raccolti in pineta.

Si rinnova l’arte degli Etruschi:

i forni fusori per fondere la pirite

dell’Elba e sulla sabbia ai nostri

piedi brillano al sole la polvere

di ferro, i pezzi di argilla rossa,

i frammenti della storia.

Un’onda travolge il vulcano,

il gioco di questa mattina.

Turan, dea dell’amore

La primavera sta per aprire

il suo mantello di fiori,

Marta e Anna sono

padrone della spiaggia.

Marta compone un tappeto

di ciottoli, pezzi di rossi

mattoni, di neri rosticci

dai forni di fusione.

Anna con una canna

scrive  sulla sabbia

bagnata le ultime

parole che ha imparato.

Lancio, felice, nell’acqua

sassi piatti, levigati

dal mare, alla ricerca

di un tiro da cinque rimbalzi.

Nell’aria la presenza

di Turan, la dea etrusca

dell’amore, della rinascita.


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Un Commento

  1. robertomosi ha scritto questo commento il 9 novembre 2025

    DECENNALE DELL’OFFICINA DEL MITO: Il MITO DEGLI ETRUSCHI nel 2026
    ROBERTO MOSI

    “AMO LE PAROLE”, LADOLFI EDITORE Primo Premio LIBRI POESIA “ALBEROANDRONICO” 2024

    DISEGNI DI ENRICO GUERRINI

    2016 I CONFINI DEL MITO 2018 LABIRINTO TRA CAOS E COSMO 2019 ORFEO CHI?

    2020 PROMETEO 2021 IL CONCITTADINO DANTE 2022 Il GIARDINO GLOBALE

    2023 ANTIGONE 2024 EROS 2025 ATHENA

    ROBERTO MOSI
    Fiorentino di nascita, dirigente per la cultura alla Regione Toscana, da un ventennio si è affermato quale poeta, fotografo di cicli iconografici, scrittore di narrativa e saggi archivistici alla riscoperta di personalità che hanno segnato la fisionomia della Città dell’IRIS nei carismi della Toscanità

    Ha pubblicato due Antologie liriche - “ POESIE 2009 -2016” e “ AMO LE PAROLE”( 2017 – 2023) Ladolfi Editore, prefazione di Carmelo Consoli - che restituiscono il denso e variegato percorso lirico della sua produzione letteraria su vari temi nell’esplorazione della Cultura del territorio, luoghi e non luoghi al crocevia tra STORIA e MITO quale perno portante la sua poetica, il culto per l’amata Florentia nelle sue strade, vicoli, siti panoramici e monumentali, il richiamo per la tutela dell’ecosostenibilità ambientale, le istanze di un Umanesimo civile e solidale da difendere, la narrazione della follia ai tempi dei presidi psichiatrici dei manicomi di S. Salvi, la ricerca immersiva nel Naturalismo appagante e riesumato di verità ancestrali, itinerari introspettivi e spirituali in cui echeggiano stratificazioni MITICHE, interfacciando L’ANIMA LOCI o GENIUS LOCI dai suggestivi riverberi evocativi.

    Le sue liriche intrecciano accenti intimi a rimandi semantici nelle ritualità della memoria su piani interdisciplinari: tra reale ed ideale, contingente e sovratemporale, passato e presente, utopico ed onirico, materia e spirito.

    Nella veste di poeta e fotografo ROBERTO MOSI ha fondato l’OFFICINA DEL MITO con l’artista ANDREA SIMONCINI ed altri esponenti rinomati del milieu fiorentino, appartenenti alla società di Belle Arti - Circolo degli Artisti “Casa di Dante”, approdando al decennale di eventi espositivi su temi legati al Mito: ROSA CIANCIULLI, GUIDO DEL FUNGO, ENRICO GUERRINI, GIOVANNI MAZZI, SALVATORE MONACO, MARGHERITA OGGIANA, ANDREA ORTUNO, ZERVA PARASKEVI, ANGIOLO PERGOLINI, ROBERTO ROMOLI e la partecipazione del musicista UMBERTO ZANARELLI.

    Il MITO - racconto simbolico ed immaginifico di esseri divini, eroi e discese nel aldilà - contrapposto in età classica a LOGOS (argomentazione razionale) - è una Ierofania che possiede valore storico ed archetipale universale sconfinando nella dimensione extratemporale, portando ad un ampliamento di coscienza che sconfina nelle frontiere delle personificazioni e simbolismi peculiari delle Arti visive.

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