Buon Natale Italo Calvino ! Omaggio dell’Officina del Mito

30 novembe 2023 - Circolo degli Artisti Casa di Dante

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BUON NATALE ITALO CALVINO !

L’omaggio dell’Officina del Mito al “favoloso scrittore visionario”

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Si è tenuto giovedì 30 novembre 2023 al Circolo degli Artisti Casa di Dante, l’incontro-omaggio “Buon Natale Italo Calvino” del gruppo “Officina del Mito” , favoloso scrittore visionario, in occasione del centenario della nascita.logo-112-officina

Dopo il saluto del presidente, Franco Margari, ha introdotto l’incontro Roberto Mosi illustrando le caratteristiche dell’Officina del Mito, un gruppo che si è formato nel 2016 presso il Circolo di via S. Margherita, partendo dall’iniziativa “I confini del mito”. L’esergo della prima brochure riportava le parole di Dante Alighieri:

Considerate la vostra semenza:

fatti non foste a viver come bruti,

ma per seguir virtute e canoscenza

img-20231201-wa0010Come Ulisse, il gruppo ha scandagliato il mondo oltre le colonne d’Ercole e alla prima iniziativa è seguita nel marzo 2018 la mostra collettiva “A e Ω. Labirinto fra caos e cosmos”; poi, nel marzo 2019 “Orfeo chi? Metamorfosi di un mito”, nell’ottobre 2020 “Prometeo, il dono del fuoco”, nel settembre 2021 “Dante, nostro concittadino”, nel marzo 2023 “Antigone. I mille volti Antigone”; per il mese di aprile 2024 è in preparazione la mostra dedicata al mito di Eros. Questo impegno ha portato il gruppo a formare un piccolo patrimonio di conoscenze, di documentazione, di opere che spaziano dalla pittura alla fotografia, poesia, musica, danza; ogni passaggio è stato registrato ed archiviato.img-20231201-wa0013

Quest’anno il gruppo “Officina del Mito” ha deciso, in analogia alla iniziativa del 2022 (“Buon Natala Marcel Proust”), di preparare un incontro per rendere omaggio a Italo Calvino, soffermandosi sul carattere “visionario” dello scrittore. Per parlare di questo aspetto – ha sostenuto Roberto Mosi nella introduzione – si deve partire dalla componente visiva insita nel linguaggio e, per altro verso, sul carattere narrativo di ogni immagine. Scrivere è innanzitutto depositare tracce sulla carta, disegnare con pazienza e passione, ribadendo la doppia faccia, significante e significato, d’ogni gesto espressivo.img-20231201-wa0012

E non c’è affabulazione che non sia anche visione, dunque ricerca di immagini cui attribuire un valore e un senso. Ma l’immagine, a sua volta, non è mai neutra, insignificante, insipiente; in essa c’è già l’ordine che il mondo si dà, o che quanto meno prova a darsi. Italo Calvino è uno scrittore visivo perché interessato, più che alla conoscenza del mondo, alle vie per arrivare a essa, che sono soprattutto di natura iconica. In un’intervista lo scrittore sostenne che il punto di partenza di ogni suo scritto era stata sempre un’immagine, la sua logica interna, là dove contemplazione e narrazione si intrecciano fino a identificarsi. Così, Cosimo Piovasco di Rondò, protagonista di Il barone rampante, ha proprio un problema visivo: cerca la giusta distanza per osservare il mondo; e sta perennemente sugli alberi. Per non parlare di Palomar, personaggio-occhio che passa il tempo a mettere in gioco i vari metodi di osservazione; del resto è noto che alla visibilità è dedicata una delle sei lezioni per il prossimo futuro che Calvino stava preparando prima di andarsene. Calvino prende di petto la questione del vedere o, meglio, del guardare. Se vedere può difatti essere un’esperienza passiva, guardare comporta sempre un’attenzione supplementare: si vede quel che capita, si guarda quel che si vuole vedere, che ha un qualche interesse; ogni vedere presuppone un guardare, e non viceversa.img-20231201-wa00131

Il filo rosso del Calvino “visionario” ha costituito il motivo conduttore degli interventi della serata, ripresi dalla videocamera, trasmessi dalle pagine Facebook del Circolo degli Artisti e conservati come documentazione (indirizzo: https://fb.watch/oEGxWlXuMy/ ). Andrea Simoncini ha illustrato il rapporto vivo di Calvino con il mondo della pittura, Giuseppe Baldassarre ha esaminato il carattere visionario nell’ambito della produzione complessiva dell’autore, Nicoletta Manetti si è soffermata sugli scritti che riguardano l’osservazione della luna in varie fasi e in diversi contesti, Guido del Fungo ha sviluppato la sua riflessione partendo dalle origini familiari, il pittore Andrea Ortuno ha presentato il ritratto da lui realizzato, di Calvino, denso di colori, pieno di riflessi e di pensieri, Giovanni Mazzi ha illustrato la forma data al Visconte dimezzato nel quadro che ha presentato.img-20231201-wa00121

Mosi ha fatto riferimento al libro Palomar, nella seconda parte del suo intervento all’inizio dell’incontro, alla scena del volo di una nuvola di storni su Roma, osservata dal protagonista: “Nell’aria viola del tramonto egli guarda affiorare da una parte del cielo un pulviscolo minutissimo, una nuvola d’ali che volano. S’accorge che sono migliaia e migliaia: la cupola del cielo ne è invasa”. Nel libro di poesia L’invasione degli storni, Gazebo Edizioni, 2012, riprende questa suggestione calviniana e la sviluppa in tre atti (Valle dell’inferno, Via del Purgatorio, Nuovo Cinema Paradiso) con il volo degli storni su diverse parti della città di Firenze, fino all’arrivo della notte:14-copertina-linvasione-degli-storni

Nell’ora viola del tramonto/ il vuoto, poi un pulviscolo di ali/ invade la cupola del cielo/ …/L’ultimo chiarore scompare/ l’ombra sale dalle strade/ sommerge le cupole/ le tegole dei tetti/ inghiotte il volo delle piume. / Nei nidi appesi alle gronde riposano i racconti del mondo, / la testa sotto le ali.img-20231201-wa0016

La serata, animata da tante voci, ha riscosso un buon successo ed è stato la premessa per l’attesa di nuovi, “mitici” appuntamenti da parte dell’Officina del Mito.

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Un Commento

  1. robertomosi ha scritto questo commento il 5 dicembre 2023

    Quest’anno il gruppo “Officina del Mito” ha deciso, in analogia alla iniziativa del 2022 (“Buon Natala Marcel Proust”), di preparare un incontro per rendere omaggio a Italo Calvino, soffermandosi sul carattere “visionario” dello scrittore. Per parlare di questo aspetto – ha sostenuto Roberto Mosi nella introduzione – si deve partire dalla componente visiva insita nel linguaggio e, per altro verso, sul carattere narrativo di ogni immagine. Scrivere è innanzitutto depositare tracce sulla carta, disegnare con pazienza e passione, ribadendo la doppia faccia, significante e significato, d’ogni gesto espressivo.

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