Natale al Mercato di San Lorenzo: poesia e disegni

Poesie e disegni sull’Albero di Natale

mercato-enrico

LINK poesia3002

img-20221209-wa0014

mercato-poesie-e-disegni

POESIE E DISEGNI SULL’ALBERO DI NATALE

Colori, versi e pensieri per le piazze e le strade di Firenze

Enrico Guerrini, pittore, e Roberto Mosi, poeta

19-enrico-guerrini-e-roberto-mosi-alla-casa-di-dante

Colore azzurro, 11 testi La pace - 1

L’anello dei viali - 2

Il profumo dell’iris, simbolo di Firenze – 3/40

L’oro del fiume  -4

Stella cometa - 5

Parole -6

Esili ponti -7

Per Marcel Proust a cento anni dalla morte  -8

Il viaggio immaginato a Firenze

Dante Alighieri, esule - 10

Flora, “Primavera”, del Botticelli - 21

Venere del Botticelli  -22

Il regalo del computer – 45

Il presepio sulla spiaggia -46

img-20221209-wa0005

Colore rosso 13 testi        Strade  in festa  -44

Treni innamorati  - 26

La badante -25

Il nonno poeta - 24

“Bovi bovi dove andate 23

Il mondo dei sogni - 20

I Magi - 19

Bivigliano - 18

Il treno della cacca -17

Le rificolone -15

L’orchestra volante - 13

Le Cure - 12

L’omino della pioggia - 11

La mia imperatrice – 9

Via del Canto rivolto – 14

Aquiloni - 19

img-20221209-wa0007

Colore bianco 11 testi Quartiere di periferia - 43

Peretola - 42

L’Arno in piena - 41

Le rose di Novoli - 39

La via del carcere - 38

Via Toscanella - 37

Via dei Georgofili  - 36

Porta al Prato  - 30

Allo stadio - 29

Santo Spirito - 28

Santa Croce - 27

img-20221209-wa0006

img-20221209-wa0012

+++++++++++++

1. azzurro

Acqua, farina, lievito e sale

gli ingredienti per il pane.

Lievita la pace ora in noi

è presente qui,

in quello che facciamo.

Ci dà gioia camminare

sorridere, respirare.

Il respiro congiunge

il corpo e la mente,

sorridere e respirare

sono archi di un ponte

per vivere il presente.

Non esiste una via

alla pace, la pace

è la via da percorrere

a passo deciso, lo sguardo

che vede lontano.

Le mani impastano,

danno la forma, lievita

il pane nel silenzio

della madia profumata

di bianca farina.


2. azzurro

L’anello dei viali

L’anello dei viali

Le piazze del centro

respirano paura,

alle vetrine barriere per scudo

la polizia in assetto di guerra.

Nove novembre duemila e due.

L’anello dei viali

ride dell’allegria dei giovani

giunti dagli angoli del mondo

per dipingere il sogno della pace.


3. azzurro

Il profumo dell’iris, simbolo di Firenze

Un mazzo di fiori

sulla mensola del tabernacolo

della Madonna dei Ricci

ai piedi dell’erta dei Catinai.

Un mondo di sensi ritorna.

La folla sale e scende,

carri, barrocci carichi

di terrecotte, catini, orci.

Cavalli, coppie di muli,

asini incespicano per la salita.

Tra la folla, le lavandaie

portano cesti di biancheria

lavata nelle acque dell’Ema,

profumata dai fiori dell’iris.

Iride, una madonna fiorentina,

promise amore al giovane

che dipinse un fiore cosi perfetto

da ingannare una farfalla.

Da lei ebbe nome iris,

il simbolo di Firenze.

Dopo l’erta dei Catinai

si apre la vista su Firenze,

citta di bellezza elegante

preziosa come il profumo

dell’iris, dal tono austero,

riservato. Si concede solo

a chi la ama, la sa apprezzare.


4. azzurro

L’oro del fiume

Corro

incontro alle colline sulla riva

del fiume, le spalle alla città,

a fianco una folla inquieta

giovani, cani al guinzaglio

aironi sui massi, la nutria pensosa

germani sospesi sul filo della pescaia.

Corro

incontro alla città.

Gli ultimi raggi del sole

coronano la Cupola di rosso.

Al centro cerchi di onde:

in queste acque abitano le figlie

del fiume, custodi dei nostri tesori.


5. azzurro

Stella cometa

Mario insegna a guardar le stelle

dalla radura a Monte Morello.

Al tramonto risalgono il monte

s’immergono nel silenzio.

In cerchio sfogliano i perché

per lavagna la volta celeste.

Ognuno immagina l’incontro

con altri cieli, con altri mondi.

I pensieri hanno per i giovani

il colore dell’attesa

alla ricerca della stella cometa.

“La vita fa rumore”


6. azzurro

Parole

Lettere piovono dal cielo

piccole grasse allampanate

disegni colorati ricamano

la coperta la camicia

il grembiule il tovagliolo.

Lettere cantano allegre

da sole o in compagnia

suonano sibilano gracchiano

ridono forte ballano leggere.

Lettere tutte in fila

i vagoni di un trenino

composte e ricomposte

conquistano un senso

diventano parole.

Sono la chiave del mondo.

“Poesie 2009-2016”


7. azzurro

Esili ponti

In una valle della Lucania

vive Maria, dolce ragazza

della lontana terra del Libano.

Conosce le lingue che si intrecciano

sul mare, il sapore comune dei piatti

in ogni festa l’eco di altre feste.

Stringe amicizie con le donne

parla felice della sua figlia

in questa terra dai rari sorrisi di bimbi.

Insegna la lingua ai migranti giunti

dall’altra parte del mare, per i lavori

nelle stalle e nei boschi.

Maria costruisce esili ponti

tra mondi lontani, vicini.

“Poesie 2009-2016”


8. azzurro

Per Marcel Proust a cento anni dalla morte

Il viaggio immaginato a Firenze

La locomotiva corre

a briglie sciolte, sullo sfondo

la maestà della Cupola,

Santa Maria del Fiore,

corolla divina fiorita

fra lo splendore delle colline.

I campi profumano di gigli

anemoni ai piedi degli umili ulivi,

sulle colline di Fiesole, del Pian

dei Giullari, di San Miniato.

Mi aspettano il Ponte Vecchio

le sponde stracolme di giunchiglie

narcisi e anemoni, la colazione

con frutta e vino del Chianti,

l’arte di Giotto, il Campanile

gli affreschi di Santa Croce

il Crocifisso di Ognissanti.

Il futuro immaginato

prende vita, la valigia pronta

ai miei piedi, mi esalta,

ansimo, l’oppressione dell’asma,

sono leggero, brividi

di febbre: la mongolfiera

si alza, raggiunge la Cupola

di Santa Maria del Fiore,

si alza ancora, scompare

Flora, Fiore, Fiorenza

“Poesie 2009-2016”

9. rosso

La mia imperatrice

Fate la nanna

coscine di pollo

la vostra mamma

v’ha fatto un gonnello,

componevo ninne nanne

giochi e canzoni

per Costanza

la mia imperatrice,

nella casa incantata

di tanti anni fa.

Topolino topolino

cosa fai nel mio giardino?

Colgo l’erba!

E se t’acchiappo?

Io scappo!

Misuravo a passi infiniti

la lunga stanza sospesa

sulla notte del cortile

cullandoti lieve.

“Aquiloni”


10. azzurro

Dante Alighieri, esule

Se mai continga che ’l poema sacro

al quale ha posto mano e cielo e terra,

sì che m’ha fatto per molti anni macro,

vinca la crudeltà che fuor mi serra

del bello ovile ov’ io dormi’ agnello,

nimico ai lupi che li danno guerra;

con altra voce omai, con altro vello

ritornerò poeta, e in sul fonte

del mio battesmo prenderò ’l cappello;

Paradiso XXV, vv 1-9


11. rosso

L’omino della pioggia

Dalla rotonda al centro della piazza

l’omino della pioggia accoglie

la fila delle auto arrivate a Firenze.

Ai piedi dell’omino di Folon

una valigia blu piena di sguardi

e di occhiali per la visita alla città.

Si vedono con lo stupore dei bambini

palazzi e chiese galleggiare

in una luce tenue color pastello

l’arcobaleno fra i cipressi delle colline

e due grandi mani schiudersi in alto.

Liberano in volo colombe della pace.

“Poesie 2009-2016”


12. rosso

Le Cure

Sessanta olive nere

novembre ha regalato

sul balcone sospeso

fra Fiesole e Le Cure.

Sessanta olive nere

coglie Marta dall’olivo

una ad una, le mani

grandi come le foglie.

Sessanta olive nere

da spremere per l’olio

color dell’oro, per gli

animali della fattoria.

Sei cucchiai d’olio

per il papero e il bue,

il cavallo e l’asinello

e per la pipi del cane!

“Il profumo dell’iris”


13. rosso

Scivola la bicicletta

attraversa le piazze

Marta è sul sellino davanti

il casco rosa,

cantiamo forte

e voialtri bersaglieri.

Ad ogni strofa suona

la tromba, facciamo

un’orchestra volante,

la gente guarda

ride, scuote la testa.

Mi sembra che le ruote

si stacchino da terra

si alzino in alto. È tutto vero

o siamo nel sogno?

“Poesie 2009-2019”

14. rosso

Via del Canto Rivolto

Erato guarda dall’alto,

le mani nei capelli,

il pubblico adorante.

Maria sospira d’amore

Anna alza il braccio al cielo

Miriam si tormenta le mani

Fosca e piena d’allegria

Gianna gesticola parole

Lucio stravolge gli occhi

Lelio canta, lugubre, la morte.

Erato volge la testa,

le mani nei capelli.

“Il profumo dell’iris”


15. rosso

Le rificolone

Ona ona

oh che bella rificolona

Alta la rificolona,

sibilano intorno

cannucce di carta,

urlano i ragazzi,

le mamme porgono

batterie di munizioni pronte.

La rificolona prende

fuoco, un rosso falò,

sull’asfalto rimane

un tizzone annerito.

“Florentia”

17. rosso

Sul prato dei sogni di Marta

non danzano fate benigne,

ti svegliano spesso i dolori

di pancia, piangi appoggiata

sul vaso fra water e bidet.

Ti tengo la testa fra le mani,

passerotto bagnato,

il capo ciondoloni.

Parte ogni volta uno strano

convoglio, io davanti, tu dietro,

la nonna Giovanna e Arturo,

il gatto tutto assonnato.

Le braccia sono stantuffi,

tù tù, la partenza dal bagno,

le fermate, l’arrivo in terrazza,

si alza il coperchio, barabumba

il pannolino giù nel secchio.

Quanti viaggi, Marta, per i tuoi

venti mesi, il tù tù della cacca,

fra profumi, fischi e risate.

“Aquiloni”

18. rosso

Bivigliano

A sera il suono delle feste

avvolge Bivigliano.

Nella pensione il tempo è sospeso

fra profumi di campo

e odori di tegami sul fuoco.

Nella piazza gira la giostra

dai cartelli balzano fuori la ninfa

Profumo Paglieri, le gambe

velate da Calze Omsa. La radio

suona Papaveri e Papere.

Macchine arrivano e partono

per Firenze. La Lancia Ardea

scivola tra gli alberi

e i giardini misteriosi

oltre la curva delle colline.

“Poesie 2009-2016”

19. rosso

I Magi

Il corteo dei Magi lascia

l’affresco della Cappella,

scende le scale, appare

in vesti sontuose nella via.

Sulle cavalcature i sovrani

e il grasso sceriffo: portano

in dono la stizza, il genio

fiorentino, l’arroganza.

Li circondano nuovi cittadini,

i giocatori del calcio in costume

il capo dei tassisti

cinque famosi cuochi.

Nel paesaggio sulle colline

angeli in volo, gruppi di pastori,

lavavetri, le braccia incrociate.

“Poesie 2009-2016”

19 bis rosso

Aquiloni

Dodici bambini scendono a valle

seguendo il maestro, le braccia

aperte nel vento, coperte da verdi

svolazzanti mantelle. Sulla neve

le spire di un lungo serpente.

Li seguo dai vetri del rifugio,

spariscono tra gli abeti del bosco.

Mi aspetto di rivederli in volo,

che si alzino come aquiloni

nella luce rossa del tramonto.

“Poesie 2009-2016”

20. rosso

Il mondo dei sogni

Intreccio parole rubate

alla dispensa delle fate

alla fattoria di ognidove

alle canzoni del lavoro

intreccio suoni leggeri

la voce degli animali

i rumori del bosco

lo stupore dei bimbi

l’orso marrone

l’ape e il paperotto

ascoltano attenti

in cerchio nel letto

roteano i piedi di Marta

la meraviglia negli occhi

mi stringe le mani, poi

lo sguardo è lontano

sempre più lontano

nel mondo dei sogni

un leggero sorriso

le labbra socchiuse.

“Poesie 2009-2016”

21. azzurro

Flora, “Primavera”, del Botticelli

Flora esce con lieta

baldanza dal bosco,

sparge rose recise

raccolte nel grembo.

Nel volto il sorriso

della rinata Fiorenza.

Al suo fianco, strida

di donna, frasche spezzate,

Zefiro, le gote gonfie

di vento, afferra Clori,

l’amata ninfa, zampilli

di fiori dalla bocca.

Il vento s’ingorga

nei pepli, li scuote,

li increspa a onde

in un turbinio

continuo di stoffe,

gremite di petali e fiori.

Mercurio nel bosco

profumato d’aranci,

in vesti da guerra,

alza in alto il caduceo

cinto da due feroci

serpenti avvinghiati.

Trafigge l’ultima nube

residuo della discordia,

mostra il tempo della pace.

La tempesta vola via

dalla città di Fiorenza,

dalla terra dei Medici.

“Poesie 2009-2016”

22. azzurro

Venere del Botticelli

Venere spinta dai venti

giunge alla riva,

ai piedi della Galleria

degli Uffizi, dove

un tempo sorgeva

il porto romano.

Tosca in disparte

dal Ponte Vecchio

osserva l’arrivo

di una nuova stagione,

assapora il profumo

della primavera.

Flora accoglie la dea,

la coperta ricamata

di gigli fra le braccia.

Mano nella mano

salgono la scalinata,

raggiungono gli Uffizi.

L’Alba si annuncia.

C’è ancora il tempo

per intrecciare una danza,

per invitare Mercurio

a rinnovare il rito

per un nuovo Rinascimento.

“Poesie 2009-2016”


23. rosso

“Bovi bovi dove andate”

Il suono del disco ci prende,

rende ogni ora sonora:

“Bovi, bovi dove andate

tutte le porte son serrate”.

“Siam serrate a chiavistello

con la punta del coltello”.

Parole dove andate, vestite

dei vestiti della festa?

“Andiam, andiam

a caccia del leon.

Se si sveglia, se si sveglia

lui ci mangia in un boccon”.

Le braccia in avanti

strisciamo sul prato.

Le mani alla bocca,

il fucile vicino.

“Cosa fanno le belle manine?

Battono, battono

e se ne vanno.

Cosa fanno le belle manine?

Girano, girano

e se ne vanno”.

Frullano le mani, passerotti

in volo nella stanza.

I venti padroni della casa

arrivano a raffiche

dalle spiagge vicine,

braccia della tempesta

assediano il nostro mondo.

Le bambole sono coperte

fino alla punta del naso

nel tepore del sottoscala.

“Poesie 2009-2016”

24. rosso

Il nonno poeta

“Il nonno lavora?”

“Sì”. “Che lavoro fa?”

“Fa il poeta”.

Non è colpa mia

se Anna crede questo,

del nonno.

È nell’età

dell’innocenza, le si può

concedere tutto.

Avrà pazienza, la poesia,

se la credono presente

in un centro per anziani.

25. rosso

La badante

Dove vanno le badanti

a Ferragosto?

Maria, giunta dall’altra

parte del mare,

profumi di fiori

la pelle lucida d’ambra.

Al tuo braccio,

sicuro, attraverso

il paesaggio

del quartiere, di periferia.

La panchina di legno verde,

il giardino deserto.

All’ora di pranzo

mi sollevi dalla panchina.

In posizione eretta

lancio in avanti la gamba

sinistra poi la destra.

Al tuo braccio scompare

il tremito delle mani.

Dove vanno le badanti

a Ferragosto?

“Eratoterapia”

26. rosso

I treni innamorati

s’incontrano la sera

a Sesto Fiorentino.

A volte s’incrociano

sui binari, fischiano

e sbattono le ciglia

dei fanali, improvvisa

è nata una passione.

Ho visto l’altra sera

l’eurostar dare baci

ardenti alla littorina,

nascerà un trenino,

il tenero gioco

per un bambino.

Mangerà spinaci

e ravanelli, d’estate

al Forte porterà

mamme e bambini,

viaggerà da grande

sui binari e, preso

d’amore, correrà

veloce nel parco

a Sesto Fiorentino.

“Aquiloni”

27. bianco

Santa Croce

Geometrie evaporano

da piazza Santa Croce

linee fuggono

dalle strade affollate di case

il cerchio

dei bambini la sera

le ellissi delle rondini

in volo radente

il punto di marmo vestito

delle vesti di Dante

il quadrato dei turisti seduto

sulla scalinata

il segmento blu libero

dalla retorica della Chiesa

la linea retta della palla

calciata al centro della piazza.

“Florentia”

28. bianco

Santo Spirito

Le tende dei banchi volano

gonfie di vento, i vestiti

appesi roteano come pupazzi,

si agitano nastri nei capelli

delle donne: il fare lento

della domenica mattina.

Sulla pietra dove cadde Potente

sotto le tre grandi schegge

di granata infisse nel muro

un vortice di foglie.

“Non appoggiate le biciclette

al muro”, dice il cartello

La facciata della Chiesa

apre le ali, piegate

nell’armonia delle volute.

“Florentia”

29. bianco

Allo stadio

Canta il popolo di Vasco

nello stadio, in piedi

ondeggiando, l’aria

respira di luci, rosso

azzurro, bianco

fino al cerchio dei colli.

L’eco scuote il sonno della città.

La folla nelle strade

risponde alla voce rotta

di Vasco, pensieri vitali

in frammenti, adagiati

su accordi di chitarra

sul ritmo della batteria.

Dall’angolo della strada

guardo la gente felice,

mi perdo nella banalità

delle parole di Vasco,

la festa mi prende,

mi trovo anch’io a cantare.

Vado al massimo

Vado al massimo

“Il profumo dell’iris”

30. bianco

Porta al Prato

Vola in grandi cerchi l’aeroplano di carta

lanciato dalla terrazza,

un foglio ripiegato, con i versi

della poesia, un colpo di vento

solleva il muso in alto, in alto,

Marta batte le mani, ride felice.

L’aeroplano d’acciaio arriva improvviso,

il rumore squassa la corte,

trema la casa: “Nonna valigia”

un grido, poi le bombe

sulle officine di Porta al Prato.

Sull’asfalto della strada plana

l’aeroplano di carta, lo raccoglie

un ragazzo, legge i versi stupito:

“Vola in grandi cerchi l’aeroplano di carta

lanciato dalla terrazza,

un foglio ripiegato, con i versi

della poesia, un colpo di vento

solleva il muso in alto, in alto,

Marta batte le mani, ride felice.”

“Florentia”

36 . bianco

Via dei Georgofili

Il Gigante si scuote dal sonno,

si alza vacillando in piedi

le mani alla fronte.

Un lampo illumina la Cupola,

il boato squarcia la notte.

Il Palazzo e avvolto dal fumo,

giungono nubi di voci:

“La bomba!”, “Gli Uffizi!”

Il Gigante dalla collina

di Pratolino maledice,

gli occhi caverne di fuoco.

La bocca schiuma di bava.

“Il profumo dell’iris”

37. bianco

Via Toscanella

Rosai dipinge la strada

dalla bottega di falegname,

finestre strette, feritoie aperte

sullo squallore delle case,

sui muri di rosa e di giallo,

sul mistero oltre la curva.

Passa una zingara dipinta

di bianco, racconta dei misteri

scoperti prima della curva

di via Toscanella, i morsi

della miseria, le ore del fascismo,

il corpo del padre suicida.

“Il profumo dell’iris”

38. bianco

La via del carcere

Segna il nostro passaggio

il rumore dei chiavistelli

delle porte di ferro.

La luce e quella degli sguardi,

si incrociano, interrogano,

prendono le misure dell’altro.

Il calore e nella voce di Paola

al centro del refettorio, canta

accompagnata dalla chitarra.

Le canzoni si sciolgono

nel coro delle voci, nel ricordo

di amori lontani.

La bellezza nel volto delle ragazze

piovute da lontani mondi

che battono, lievi, le mani.

La speranza nel gesto della donna

che chiede a Paola di provare

gli accordi dell’ultima canzone.

La visita ha il colore della musica.

“Il profumo dell’iris”

Le rose di Novoli

Il suono delle chiarine

accoglie la principessa d’Austria,

sposa promessa alla villa di Novoli.

Nella notte d’attesa, il gracidare

delle rane nei fossi di via Polverosa,

il profumo dei limoni, il canto dei grilli.

Passo oggi lungo i muri

fra la folla dei motori

per il quartiere di Novoli,

stanza di sbratto della città.

Nell’ultimo lembo di fabbrica

oltre la mole della ciminiera,

si alzano gli edifici dell’università:

sono belli i ragazzi, le ragazze

che affollano le aule,

li vedo muoversi allegri, riflessi

sulle pareti di vetro e d’acciaio.

“Dove scambieranno oggi le loro

tenerezze, conoscono il profumo

dei fiori sull’argine del Mugnone,

le ombre dei gasometri riflesse

sui vetri appannati delle auto?”

Crescono ancora d’inverno

rose scarlatte sui muri di Novoli.

“Il profumo dell’iris”

40. azzurro

Il profumo dell’iris

Tra la folla, le lavandaie

portano cesti di biancheria

lavata nelle acque dell’Ema,

profumata dai fiori dell’iris.

Iride, una madonna fiorentina,

promise amore al giovane

che dipinse un fiore cosi perfetto

da ingannare una farfalla.

Da lei ebbe nome iris,

il simbolo di Firenze.

Dopo l’erta dei Catinai

si apre la vista su Firenze,

citta di bellezza elegante

preziosa come il profumo

dell’iris, dal tono austero,

riservato. Si concede solo

a chi la ama, la sa apprezzare.

41. bianco

L’Arno in piena

L’esercito di plastica salta

nel rombo della pescaia, sosta

nell’ansa del fiume, prendono fiato

bottiglie, corde, bambole storpiate,

poi riconquistano la corrente.

Al centro della piena, la corsia

piu veloce trascina l’artiglieria

pesante, tronchi, misteriose carcasse,

sugli alberi cormorani stupiti.

All’Anconella l’esercito si allarga,

si apre in vortici ampi, i soldati

s’incolonnano in squadre,

conquistano le pietre della citta

inseguiti da nere strisce di olio.

All’alba giungono alla foce

bianca di spume, gabbiani

volano sugli eserciti in festa.

“Il profumo dell’iris”

42. bianco

Peretola

Tosca, cerco i fiori del bello

in periferia al calore delle utopie,

fiori rossi degli anni pari e dispari.

“Alla Società di Mutuo Soccorso,

dopo l’arrivo dell’ultimo volo

quando cessa ogni rumore.”

Nei quadri alle pareti Vinicio

racconta la storia di Peretola,

sui tavoli lattine di Coca Cola.

Longarine, tavole da cantiere

si spingono in alto: lo slancio

della Cupola, della nuova società.

Marcia il “Quarto Stato”, Tosca

in prima fila, il bambino in braccio.

Facce sul fondo, formano un popolo.

Escono dai quadri dietro le torce

dei vigilanti, nei supermercati,

tra le ombre delle fabbriche.

All’alba le sirene, i primi voli.

Alla Società di Mutuo Soccorso Tosca

e gli altri riprendono posto nei quadri.

“Il profumo dell’iris”

43 bianco

Il cortile é un pozzo profondo,

cinquanta finestre assiepate

vicine, gomito a gomito,

in basso il nero del fondo,

in alto uno spicchio di luna.

Le luci si spengono,

una lavatrice sferraglia

l’ultimo risciacquo.

Il cortile ha il lungo respiro

della gente che dorme,

evaporano sogni,

s’incontrano sul fondo

in una danza incessante.

Sento il pianto dei bimbi,

voci, grida d’amore.

Il cortile centrifuga giorni,

stagioni vicine e lontane,

la memoria dei volti.

Un vortice all’alba

disperde sogni e ricordi

nell’aria rossa della città.

I gatti sulle terrazze

si stirano languidi.

“Il profumo dell’iris”

44. rosso

in festa

Scoppi

di luce

tutti i regali

hanno

aperto

la pancia

piatti

sotto le carte

fogli

di ogni colore

respirano le luci

dell’albero

bicchieri in alto

Marta ritta

sul tavolo

batte le mani

ride assediata

dai flash

come una diva

Le luci dell’albero

s’inseguono

quattro colori

fasciano la stanza

brillano negli occhi

di Marta – lei sgambetta,

ride felice

45 rosso

Il regalo del computer

Bit byte bit byte

zero uno zero uno

uno zero

acceso spento spento acceso

locale globale globale locale

punto rete punto rete

rete punto

nano secondo nano secondo

secondo nano

blog ergosum sum ergoblog

google yahoo google yahoo

yahoo google

messaggio d’amore d’amore messaggio

you tube you tube

tube you

“Nonluoghi”


Tags: , , , , ,

Lascia il tuo commento

Il tuo indirizzo Email non sarà pubblicato. * Campi richiesti.

*
*

Le parole della poesia

Feed RSS

Iscriviti ai FEED RSS, sarai sempre aggiornato ...

Contatti

Scrivimi
Puoi scrivermi attraverso la pagina dei contatti oppure invia un E-mail a r.mosi@tin.it