Eratoterapia a “Testo”, Fiera del Libro di Firenze

Il Salotto delle Consulenze Poetiche - Collegamento a Literary

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Si è svolta dal 25 al 27 febbraio la prima edizione della Fiera del Libro “Testo” a Firenze, presso la celebre Stazione Leopolda, l’edificio granducale di Porta al Prato. Particolare l’impostazione della Fiera che abbiamo scoperto nella nostra visita: grande e piccolo non esistevano, la più giovane casa editrice occupava lo stesso spazio e aveva la stessa visibilità dei marchi più affermati della editoria italiana. Colpiva, entrando nella Stazione Leopolda, la linea scenografica della manifestazione con un’attenzione forte, in primo luogo, al libro senza distrazioni, senza pannelli pubblicitari, con un profilo pulito, minimale. Abbiamo visto come un lungo scaffale, senza interruzioni, distendersi lungo le pareti delle due navate della Stazione, con i singoli spazi degli editori rappresentati da un alto tavolo con, in bella mostra, una scelta dei migliori libri: sopra il tavolo un piedistallo con i libri di eccellenza.

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Molto ricco il programma degli incontri e delle presentazioni, dei laboratori, interventi ricchi e interessanti, molto partecipati. Abbiamo avuto la fortuna di partecipare, fra l’altro, agli incontri: “Le avventure di una tradizione: filosofia greca e identità dell’Occidente”, con Giuseppe Cambiano e Michele Ciliberto; “Leggere le figure, scrivere d’arte”, con Eleonora Marangoni e Caterina Taurelli Salimbeni; “Dante fa testo. La mente apocalittica. Conversazioni su Dante”, con Antonio Gnoli, Sergio Givone e David Riondino. 1copertina-sconfinate

Abbiamo trovato nella prima parte della Fiera, in bella vista un calcetto da tavolo con alla parete i passaggi di un torneo fra le case editrici e le librerie presenti, un intervento che dava subito alla manifestazione un tono leggero, divertente.

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L’altro intervento che ci ha colpito, in maniera particolare, è stato l’apertura di un piccolo spazio, a metà di una navata, dedicato alla “Consultazione poetica”: un “salotto” arredato con due grandi poltrone, che attirava molto interesse. Abbiamo ripreso l’immagine di un poeta vestito con un camice bianco – come un vero terapeuta – che intrecciava un colloquio, molto serio, con una “paziente”. Ci siamo permessi di consigliare per questa attività, come libro di testo, la nostra pubblicazione poetica “Eratoterapia”, Giuliano Ladolfi Editore, Novara 2017. Dal libro ricordiamo la poesia “Terapia”:

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Terapia

Nella notte mi sveglio

il sonno sparisce,

vola via lontano.

La poesia prende il posto

dei sogni, compongo

in versi suoni e silenzi.

Nella mente cresce

l’ammasso d’argilla,

cerco il colore, la forma.

Un verso brilla di rara

luce, lo ripeto all’infinito

felice per la conquista.

Al mattino mi fermo

alla casa di Erato

per il conto da saldare.

Al centro della vita culturale di questi giorni, dunque, il libro e la manifestazione ad esso dedicata. In questo contesto piace segnalare che proprio in questo periodo è uscito il libro-antologia “Le Sconfinate. Da Antigone a Amy Winehouse“, Carmignani Editrice, a cura di Nicoletta Manetti, alla quale abbiamo partecipato con il racconto-monologo “Antigone”.

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Questo lavoro ha ispirato il video, presente su Youtube (indirizzo: https://youtu.be/krOSIhEPsYA), “Antigone figlia di Edipo re”. Il racconto fa riferimento alla tragedia di Sofocle, rappresentata ad Atene per la prima volta alle Grandi Dionisie del 442 a.C. Nel racconto-monologo: un gruppo di studenti del Liceo Classico “Galileo Galilei” di Pisa sta per mettere in scena la tragedia di Sofocle “Antigone”, nella loro città, in piazza dei Cavalieri, davanti al palazzo della Carovana, o dei Cavalieri, dove ha sede la Scuola Normale Superiore. Sulla bianca scalinata di marmo a doppio rampa del palazzo, saranno rappresentate le scene della tragedia animate dal coro e da Antigone con gli altri protagonisti; la scena finale, però, dopo la condanna di Antigone, da parte del re Creonte, a morire di fame nella grotta fuori della città di Tebe, sempre nella piazza dei Cavalieri, ai piedi della torre Gualandi – o della Muta, dal fatto che in passato venivano rinchiuse le aquile allevate dal comune di Pisa durante il periodo della muta delle penne – dove furono imprigionati e lasciati morire di fame il conte Ugolino della Gherardesca e i suoi figli e nipoti, episodio di cui parla Dante Alighieri nel XXXIII canto dell’Inferno: La bocca sollevò dal fiero pasto/ quel peccator … Nel racconto-monologo si immagina che i giovani pisani compiono un viaggio di studio in Greca, a Tebe, per incontrare Antigone e prendere ispirazione per il loro spettacolo che andrà in scena nella piazza della loro città, fra il palazzo della Carovana e la torre della Muta. Le immagini che compaiono nel video “Antigone, figlia di Edipo re di Tebe” sono state riprese durante un viaggio dell’autore in Grecia nel 1984.

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Riportiamo, in maniera conclusiva, l’incipit del racconto-monologo:

Tebe, primavera 2021

Benvenuti a Tebe. Vi accolgo ai piedi del ponte sul fiume Cefiso, presso la fontana di Edipo. È qui che mio padre si lavò le mani sporche di sangue dopo avere ucciso Laio, il suo genitore, mio nonno, sulla strada che porta alla città. Da qui con un solo sguardo possiamo abbracciare tutta la collina di Tebe fino alla parte alta della città, dove una volta era l’acropoli. Sono rimaste tracce delle antiche mura, del palazzo di Creonte e della Rocca Cadmea. In basso, sopra l’argine del fiume, verso occidente, intravedete la cavità della caverna rocciosa nella quale Creonte mi condannò a morire di consunzione. È da questa fonte che voglio iniziare a raccontarvi la mia storia e quella della mia famiglia, da Cadmo, fondatore di Tebe, fino alla mia condanna. Sono felice di potervi incontrare finalmente di persona, dopo che tante volte ci siamo collegati in videoconferenza anche per discutere il progetto che vi ha portato dalla vostra città di Pisa fino a qui, a Tebe, in questo periodo di pandemia che sta colpendo tutti i paesi della terra … “.

Così la conclusione del racconto-monologo:

La vostra visita a Tebe è terminata. Vi saluto qui, alla Stazione Ktel degli autobus. Presto il vostro mezzo partirà per Delfi, l’antica città dell’Oracolo. Aspetto da voi notizie felici. Questo vostro viaggio in Grecia è un pellegrinaggio alle radici della nostra storia e della cultura. Dare nuovamente vita nello spettacolo a me, l’eroica ragazza di Tebe, non è qualcosa di meccanico, una semplice trasposizione di un testo nella scena, è piuttosto il comprendere, misurarsi con scelte di vita. Una prova che lascia il segno, che richiederà a ognuno di voi di prendere partito, di non rimanere indifferenti riguardo alla storia di questa ragazza che, nel dipanarsi delle generazioni, torna a ribellarsi al tiranno in nome della pietà e di una giustizia superiore. Sono certa che la vostra Antigone sarà diversa da tutte le Antigoni del passato, sarà un successo, vi darà soddisfazione, la sentirete profondamente vostra. L’augurio che vi faccio è di non risparmiarvi nel vostro impegno, siate “sconfinati”, andate oltre i confini! Immaginate, nel progettare e vivere lo spettacolo, il futuro che volete conquistare, con tutta la passione e la disubbidienza di cui siete capaci.”

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