Vola ad Oriente
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Vola parola
vola ad Oriente
incontra la musica
la memoria ferita
di ieri, di oggi
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A San Pietroburgo, la prima tappa
quaranta anni orsono:
la Neva trascinava al mare
montagne di ghiaccio
vasto, gelido fragore
alle soglie della primavera
A San Pietroburgo, la città
di Nikolay Rimskiy-Korsavov
e di Joseph Brodsky
di Anna Achmatova
e di Aleksandr Puskin.
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Al Teatro Kirov, la sera
Ciaikovskij, Il Lago dei Cigni:
si ripeteva la magia del diabolico
mago Rothbath, nel ricordo
della città assediata per trenta
mesi dall’esercito tedesco.
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L’unica strada di scampo
per vecchi e bambini
La via della Salvezza, magro
sentiero a fianco del lago
ghiacciato. Il conto, alla fine
di ottocentomila vittime.
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Vola parola
vola ad Oriente
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Dal gelo di San Pietroburgo il volo
a Kiev, l’incontro con la città
posata sulle rive del Dneper:
paesaggio sconfinato di acque
e di boschi, per contrappunto
le basiliche e le cupole d’oro.
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Alla periferia, sulla strada
per Mosca, il bianco Mausoleo
ricordo delle stragi naziste,
al centro, sottoterra, il salone
dei marmi, il silenzio
squarciato dalla sinfonia
di Sostakovic, il crescendo
forsennato della musica:
i bombardamenti sulle città.
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Vola parola
vola ad Oriente
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L’ultima tappa a Mosca,
al Teatro Bolscioi, Mussorskiy
Quadri di un’esposizione:
la musica dipinge La Grande
Porta per Kiev, progettata
alla periferia, rivolta verso
l’Ucraina, segno della
amicizia fra i popoli.
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La musica tace, ottocento
settanta sei chilometri
la distanza di Mosca
dal Mausoleo, coperta
dal vasto, gelido
fragore della morte.
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Vola parola
vola disarmata
ad Oriente, incontra
la poesia di Aleksandr
Puskin:”E a lungo
al mio popolo io sarò caro,
Che in un tempo crudele
ho lodato la Libertà,
Che ho acceso i buoni
sentimenti con la lira
E verso i caduti
ho invitato alla pietà”.
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Roberto Mosi