§ Mosi R., Sinfonia per San Salvi, Piombino, Edizioni Il Foglio, 2020, p.130 – Euro 12.00
§ Mosi R., Concerto, Firenze, Gazebo, 2013, p. 80
Recensione di Massimo Acciai Baggiani
pubblicata il 23 dicembre 2021 da “Segreti di Pulcinella”, Rivista online di Letteratura e Cultura varia
A proposito della poesia “musicale” di Roberto Mosi
“Questo Natale mi ha portato due doni del poeta Roberto Mosi, consegnatimi durante la riunione redazionale dell’Area di Broca, l’ultima di questo pandemico 2021. Si tratta del recente Sinfonia per San Salvi (2020) e di una silloge del 2013, Concerto: due libri collegati tra loro e accumunati dall’impostazione “musicale”. Entrambi sono infatti strutturati in “tempi” e “movimenti”, come opere di musica classica, ed entrambi sono legati alla nostra terra toscana. L’ouverture della Sinfonia riprende addirittura la prefazione di Giuseppe Panella a Concerto: ma sono tantissime le citazioni e le autocitazioni, soprattutto in Sinfonia, da Alda Merini a Simone Cristicchi, passando da Thomas S. Eliot, Giovanni Boccaccio, Dino Campana, Gaetano Donizetti, Erasmo da Rotterdam, Richard Mabey, Gilles Clément e molti altri.
La nave dei folli
(da “Sinfonia per San Salvi)
La nave dei folli dal padiglione
delle Agitate
ondeggia sul mare di erba,
di pini, s’infrange contro il muro
che divide il giardino dal mondo.
Il canto penetra per gli occhi neri
delle finestre, delle porte sbarrate
da reti di ferro, invade le sale
deserte, sfiora disegni di mostri,
figure procaci, incontra segni
di vita recente, cataste di letti,
di sedie, si sofferma in un angolo
con decori di qualche Natale fa.
Il canto sale al primo piano
fra le celle, le porte spalancate,
nelle stanze per l’idroterapia,
per l’elettroterapia, fino alla
parete crollata nel giardino,
raggiunge le chiome dei pini.
Concerto richiama le quattro stagioni, tematica cara a molti grandi musicisti del passato, vissute nella città di Populonia, mentre Sinfonia è centrata sull’ex manicomio di San Salvi, nella mia Firenze, anche se comprende anche una Litania su Piombino di Giordano Lupi e vari interventi di Nicoletta Manetti. L’area di San Salvi, divenuta centro artistico grazie alla presenza dei Chille della Balanza (si veda la mia intervista a Claudio Ascoli del 2004 - http://www.segretidipulcinella.it/sdp5/art_01.htm ) mi ha sempre attratto per la sua storia tormentata e per ciò che è oggi; una sorta di paese nella città, un posto “altro”. Roberto Mosi ha saputo evocare bene quell’atmosfera che comprende anche aree di abbandono che afferiscono al cosiddetto “terzo paesaggio” di cui parla Clément nel libro citato. Insomma, una lettura densa e ricchissima quella di Roberto Mosi, su cui tornare più volte. Una poesia carica di suggestioni, umorismo surreale, dramma e fascino.”
I. “La Primavera”
(da “Concerto”)
Flora
Flora esce sorridendo dal bosco
sparge rose raccolte nel grembo,
nel volto il sorriso di Fiorenza.
Zefiro, le gote gonfie, afferra Clori,
il vento s’ingorga nei pepli
li increspa, un turbinio di stoffe.
Sul prato un tappeto di fiori,
Venere muove passi di danza
saluta l’arrivo della primavera.
Mercurio nel bosco d’aranci,
in vesti da guerra, alza il caduceo,
due feroci serpenti avvinghiati.
Trafigge la nube della discordia,
mostra la pace. La tempesta
vola via dalle terre di Fiorenza.