Firenze Capitale e le casine di ferro e di legno
Il 10 giugno 2021 alle ore 14.30 nella prestigiosa Sala De Vecchi dell’Istituto Geografico Militare si è svolta la prima presentazione dell’antologia di racconti storici ACCADEVA IN FIRENZE CAPITALE, Carmignani Editrice.
L’evento è stato moderato dal comandante Gen. D. Pietro Tornabene che, da perfetto padrone di casa, ha introdotto tutti gli interventi degli autori e dato risalto alla pubblicazione con parole di plauso, oltre ad aver contribuito ad arricchire il libro con una sua prefazione, con le immagini fornite dall ‘Igm, corredo di un interessante saggio storico sul ruolo dell’Istituto all’unità d`Italia. Vi è stata una partecipazione nutrita, arricchita dalla presenza dei rappresentanti delle maggiori istituzioni fiorentine e dalle autorità militari: dal presidente del consiglio comunale, alle autorità della questura e della prefettura. Inoltre è intervenuto l’on Giuseppe Matulli.
Hanno portato un breve contributo gli autori dei racconti. Cosa succedeva a Firenze, negli anni in cui era capitale, dal 1865 al 1870? Quali personaggi animavano le strade, le osterie e i salotti della città toscana? Quali sentimenti muovevano gli animi in quegli anni turbinosi in cui si stava compiendo l’unità d’Italia? Questi racconti, che spaziano dall’ironia al sentimento, dal giallo al sociale, dalla bella vita mondana al prorompente progresso tecnologico, formano un mosaico che permette di rivivere lo spirito di quel tempo; capire quello che fu, per Firenze, essere il centro del Regno e - perché no? - come sarebbe diventata la città se la capitale non si fosse mai spostata a Roma. Il volume è arricchito da un saggio sul contributo dato dai cartografi dell’Istituto Geografico Militare alla realizzazione dell’unità, anche cartografica, dell’Italia, corredato da rare immagini e tavole.
Da parte mia, ho preparato il contributo “La case di ferro e di legno di Firenze Capitale”, pagg. 173-177. Al centro del racconto la crisi degli alloggi nella città determinata dagli eventi dell’epoca. Un passaggio del racconto:
“Fino dai primi decenni dell’Ottocento a Firenze si registrava una grave insufficienza di abitazioni, in corrispondenza con l’aumento progressivo della popolazione. Gli 83.000 abitanti che la città contava nel 1818 divennero infatti alla metà del secolo circa 110.000 e la crescita proseguì costantemente negli anni successivi. Nel 1848 era scoppiata una rivolta contro il rincaro delle pigioni ma la situazione si era aggravata ancora di più dopo l’annuncio della Convenzione di settembre, alla fine del 1864. In previsione del trasferimento della capitale e dell’afflusso di nuova popolazione, i contratti d’affitto subirono forti aumenti o addirittura vennero disdetti dai proprietari, in attesa di ottenere condizioni più vantaggiose con l’arrivo degli impiegati e dei burocrati torinesi. Il settimanale satirico Lampione riporta in quei mesi una vignetta nella quale Stenterello sostiene una grande bilancia, in un piatto vi è un padrone di casa e nell’altro un bandito.”
Il protagonista del racconto, Felice, un artigiano di San Frediano, e la sua famiglia, vede la sua vita stravolta per le vicende dell’epoca. articolare l’incontro con le casine di ferro e di legno:
“Arrivò in quel periodo, finalmente, una buona notizia: gli era stata assegnata una casa prefabbricata, in ferro e legno, prodotta in Inghilterra, di cui veniva vantata la solidità. Sarebbe stata realizzata dalla Società Edificatrice, fuori di Porta alla Croce, dalle parti di Campo di Marte. Questo rappresentava la conquista di uno spazio vitale per la famiglia.
… La baracca era disposta con altre in mezzo ai campi e le pareti nere e marroni luccicavano sotto lo scrosciare della pioggia battente. L’interno sapeva di nuovo, di vernice fresca ma in un angolo scendeva dal tetto un rigagnolo e le assi del pavimento erano impregnate d’acqua. Il villaggio di qualche decina di baracche mostrava un’aria desolata e la sera era immerso nel buio assoluto perché non vi erano fanali…
La stampa di questo periodo parla della cattiva qualità delle costruzioni ed è forte il sospetto che il loro acquisto sia legato soprattutto alle ragioni speculative del loro patrocinatore, l’affarista e di lì a poco deputato Giacomo Servadio. …. Il villaggio di baracche di ferro e di legno al Campo di Marte fu chiuso per lavori di restauro. Iniziò per Felice, che era ritornato con la famiglia negli spazi di un vecchio convento, una vita di espedienti, di ricorso all’aiuto delle mense dei poveri. Nei giorni più neri si riduceva a chiedere l’elemosina all’angolo della strada.”
La partecipazione alla preparazione dell’Antologia “Accadeva in Firenze Capitele” insieme agli altri amici scrittori, ha rappresentato un impegno felice, di ricerche, di scambio di opinioni, di apprendimento, intorno ad episodi, a vicende civili, politiche, sociali che hanno, per certi aspetti, determinato caratteri di fondo della mia città