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COLLEGAMENTO CON “LITERARY” DEL 25 GENNAIO
L’intervista di Roberto Mosi per il Premio Città di Sarzana
L’Associazione Poeti Solo Poeti ha organizzato lunedì 18 gennaio con i suoi straordinari strumenti per i collegamenti online, un’intervista sull’opera di Roberto Mosi, che ha ottenuto due riconoscimenti alle ultime due edizioni del Premio Città di Sarzana, nel 2019 con la silloge “Il profumo dell’iris”, Gazebo Edizioni, e nel 2020 con il poemetto “Orfeo in Fonte Santa”, Edizioni Giuliano Ladolfi.
L’intervista è riportata nel video YouTube all’indirizzo: https://www.youtube.com/watch?v=sP_-3XikYiI . Prima dell’intervista, l’Associazione ha lanciato sui social media, l’annuncio con un coloratissimo video, illustrato da una musica allegra: indirizzo: https://www.youtube.com/watch?v=DbtY4WFiB54 .
La presidente dell’Associazione, Susanna Musetti, ha posto all’autore più domande riferite alle sue fonti di ispirazione, dal mito alla follia, dal viaggio alle sue origini, la città di Firenze; il vice presidente, Giuseppe di Liddo, si è soffermato, nelle sue domande, sul collegamento con il mondo degli Etruschi e la città di Populonia.
Roberto Mosi nel corso della sua illustrazione ha letto, per la raccolta Il profumo dell’iris
L’erta dei Catinai
…
Tra la folla, le lavandaie
portano cesti di biancheria
lavata nelle acque dell’Ema,
profumata dai fiori dell’iris.
Iride, una madonna fiorentina,
promise amore al giovane
che dipinse un fiore così perfetto
da ingannare una farfalla.
Da lei ebbe nome iris,
il simbolo di Firenze
Dopo l’erta dei Catinai
si apre la vista su Firenze,
città di bellezza elegante
preziosa come il profumo
dell’iris, dal tono austero,
riservato. Si concede solo
a chi la ama, la sa apprezzare.
Manifattura Tabacchi
Tosca mi guida per un varco
dall’argine del Fosso Macinante
dentro la fabbrica abbandonata.
Sedici compagne attendono
al centro del piazzale, uscite
dai sedici fabbricati a raggiera.
Ogni donna narra una storia,
Federiga ricorda un’immagine:
il portone della fabbrica si apre,
mimose avanzano,
le sigaraie escono cantando
per la festa dell’otto marzo.
….
L’autore ha letto per il poemetto Orfeo in Fonte Santa:
II.
Il canto mi prende, mi porta
a cantare lo scorrere del tempo
nel bosco sacro di Fonte Santa,
accordo la mia voce al suono
delle acque, al respiro del vento,
al vibrare delle foglie, guidato
dalla musica del flauto d’oro.
Brilla il vortice del silenzio,
alberi, pietre incantate, braccia
di luce scivolano per i rami,
riflettono nello specchio della fonte
figure, miti colorati. …
XIV.
Incredibile la morte
fra i castagni, in file parallele,
colonne della Cattedrale,
rami alti formano archi.
Il sole al tramonto incornicia
vetrate iridescenti, il mormorio
delle acque, il sillabare
della preghiera per Giulia,
agnello vittima della furia.
Sangue, sangue sul verde
delle foglie, sul pavimento
della Cattedrale, le vetrate
aperte sulla città muta.
Firenze saprà, verrà qui
da San Donato a vedere,
a pregare smarrita
per la ferocia del suo figlio …
Infine per la raccolta Navicello Etrusco Roberto Mosi ha letto:
Turan, dea dell’amore
La primavera sta per aprire
il suo mantello di fiori,
Marta e Anna sono
padrone della spiaggia.
Marta compone un tappeto
di ciottoli, pezzi di rossi
mattoni, di neri rosticci
dai forni di fusione.
Lancio, felice, nell’acqua
sassi piatti, levigati
dal mare, alla ricerca
di un tiro da cinque rimbalzi.
Nell’aria la presenza
di Turan, la dea etrusca
dell’amore, della rinascita.
L’aruspice
Ascolto il silenzio
dalla Rocca, lontano
da spiagge affollate.
L’aruspice etrusco
segue il volo del falco,
coglie i segni del cielo
La violenza del giorno
è lontana, la città
torna all’antico mistero.
La processione sale
all’altare sulla collina
per il sacrificio. Il sangue
nutre la vita del mito.
Appare dunque interessante lo strumento della video conferenza, che può essere seguita da un pubblico più numeroso di quello che, di solito, partecipa(va) agli incontri dal vivo, composto da persone che risiedono in città diverse, lontane. Un incontro di interessi che appare un buon antidoto alle difficoltà di questi momenti difficili, per gettare, in definitiva, nuovi semi di speranza per il futuro.