Canzonetta dell’addio
effetto giorno
un fresco vento
indolente
ha temperato le ore
dita dimenticate
tra luci e ombre
scivolate via
con dignità
nel verde
e l’aria
non più quella
del giorno
precedente
secca e grama
lisciava il piumaggio
degli uccelli ignari
del loro destino
persi nella polvere
bianca sollevata
tra i sentieri
lontani e lustri
merli e fringuelli
avevano cantato
per me con gentilezza
la canzone dell’addio
.
effetto notte
solo la notte aveva
rinfrescato l’aria
e la vista si era
appannata
ma la vita intorno
riprendeva fiato
ogni sogno stava
al proprio posto
batteva
ritmicamente
un cuore che
bussava alla porta
della vita
sarebbe stato
difficile illuminare
i sogni significava
rimuoverli annegarli
la mano del destino
bussa alle porte
a volte a mano
aperta a volte
a pugno chiuso
inutile fermarla
toc-toc due colpi discreti
.
Canzonetta delle colpe
.
effetto giorno
le porte dell’Eden
si sarebbero potute
aprire scovati
colpe e colpevoli
ma andava in scena
solo l’ultimo atto
bisognava saperlo
prima l’indomani
le notizie trapelate
con un linguaggio
asciutto facevano
da esca per illuminare
crimini e misfatti
qua e là i corvi
gracchiavano
avvisati da qualche
beccamorto
quasi a rinviare
il momento dell’estrema
verità
L’odore della morte
costeggiava
la scalinata
del cimitero
.
effetto notte
l’aiuto implorato
sarebbe venuto
dal cielo e dalla terra
giustizia sarebbe stata
fatta ma per poco
nell’aria aleggiava
un silenzio
compatto che
dava un sapore
di malattia
sembrava di
camminare in
un sepolcro
da cui poteva
sbucare qualche
fantasma del passato
nel recesso più buio
si sentì il ringhio
di un cane o
di un demonio
e l’orribile visione
apparve trattenuto
da una corda
penzolava l’impiccato
anna maria volpini