Roberto Mosi, Il profumo dell’iris, Gazebo Libri, Firenze 2018, p. 90
8 euro, alla Libreria Salvemini
Recensione di Sonia Salsi
“Il titolo del libro e la tripartizione interna (Le piazze, Le strade, Le colline e oltre) possono fa pensare a una poesia localistica e descrittiva.
In filigrana invece si scorgono i tanti aspetti della personalità di Roberto Mosi: Poeta, viaggiatore nella Città e dentro di sé.
Il titolo è pre-testo, l’opera è metatesto fondato su tante tematiche.
Se poesia è conoscenza sintetica ed espressione sintetica di una “realtà” nelle più varie declinazioni, noi conosciamo, attraverso il fiore e i luoghi di Firenze, resi con modalità solo apparentemente descrittiva, e solo apparentemente sotto forma di immagini, la/le realtà di Roberto Mosi: la cultura artistica e letteraria, la cultura storica, gli affetti, la sua Vita.
Luoghi-segno degli affetti: Le Cure (p. 26: Sessanta olive nere/ coglie Marta dall’olivo), Il Casone dei poveri (p. 19: Alle porte di Firenze/ s’innalza il castello/ dei miei antenati,/ il Casone dei poveri).
Luoghi testimoni della storia, della vita sociale e politica e personale: Le Giubbe Rosse, nella circolarità fra presente e passato (Porta al Prato, Manifattura Tabacchi, Le Murate) che sfocia in una dimensione mitica (Via del Canto Rivolto, L’anello delle colline).
Luoghi in cui si scontrano bellezza e tragedia (Via dei Georgofili, Piazzale Michelangelo), di guerre passate e attuali o posti irrimediabilmente brutti (Le rose di Novoli, Osmannoro).
L’aspetto solo apparentemente descrittivo si manifesta in una forma piana, in un lessico familiare e del consueto conversare, che costruisce immagini e situazioni senza alcun bozzettismo, semmai in tonalità minimalista che sa evocare situazioni di “preziosa normalità”, o in *spiazzanti sincretismi visivi (Rifredi, Per l’aeroporto), o *atmosfere surrealiste (le opere d’arte che si animano: Piazzale degli Uffizi: p. 30: “Ben arrivato agli Uffizi”,/ Flora salutandomi/ mi offre una rosa/); i personaggi delle opere liriche che si prendono per mano: Il teatro di Corso Italia; i Magi di Benozzo Gozzoli e il corteo reale Via Larga; le pitture di Vinicio Berti in Peretola) o *espressioniste (Via Toscanella, San Salvi).
Luoghi, ancora, risonanti di cultura che Mosi ha fatto propria: Palazzo Vecchio, poesia che vede lo smontaggio e il rimontaggio della poesia La città di Pablo Neruda; L’oro del fiume, con la citazione da Wagner “L’oro del Reno”. Si veda ancora, sotto questo aspetto, l’Introduzione al libro e la citazione nell’esergo de “La gran Villa” di Mario Luzi del “Viaggio terrestre e celeste di Simone Martini” ma anche “All’Arno” da “La Barca” o “Ha un bel dire con tutti i suoi platani Firenze” da “Al fuoco delle controversie”.
Luoghi, infine, risonanti di un’analisi e sintesi di emozioni al modo proustiano: memoria consapevole e memoria inconsapevole, in libero accostamento e senza preavviso, si affacciano dall’inconscio alla consapevolezza poetica. Si veda Ponte Vecchio, con il riferimento a “Dalla parte di Swann”, “Nomi di paesi”; L’erta dei Catinai (… l’immenso edificio del ricordo); Monte Senario: Il mio Tempo Ritrovato (ultimo verso): p. 74:
“Ho visto i cavalli entrare
in città: il profumo
amaro del biancospino
invade le piazze, le strade,
risale la china del sentiero,
il mio Tempo Ritrovato.”
Firenze 3 giugno 2019
Sonia Salsi