Per un calendario: “Dodici Lune”

Di Anna Maria Volpini

gennaio-ok

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Di gennaio

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quando la luce si perde nel buio

quando il freddo indurisce la terra

ritornano

“ piegava il vento la punta dell’ erba, la cima

del leccio agitava e quel ramo, posatoio

perfetto per qualche uccello in fuga,

restava vuoto nel vuoto cielo d’inverno

al ritorno dal campo, un cesto di uova

un corbello di legna, la sua stanchezza

sulle spalle e sul sentiero di neve impronte

di zoccoli, di scarpe chiodate

di sera sui colli si alzava la luna

un filo di fumo nel cielo - qualcuno

nel canto del fuoco attizzava la fiamma -

e un canto si alzava - la nonna filava la lana

…ninna oh! nanna oh! questa bambina

a chi la darò… all’or di notte recitava

il rosario “ave maria gratia plena”

echeggiava allora una campana…

ritornano

senza contorni netti questi che furono detti

arrivi d’inverno, queste che furono

svuotate dilatate stagioni

.

febbraio

.

Di febbraio

non sei più culmine

non sei più ruota

luna crescente

di questo freddo febbraio

lucente forma appena tagliata

sulla curva del cielo

acquario di luci sorelle

ancora ti affacci sui boschi

sui prati gelati sui fumi e

i profumi remoti

del mio tramontato paese

tu luna veggente

da sempre conosci quei voli

di uccelli bambini

quei rivoli aperti

che scendono in doni di carne

da sempre conosci

le mie filastrocche

e le prigioni della paura

accogli questa ultima parola

in quello spazio immoto

che ti rimane ancora

.

marzo-ok

.

Di marzo

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e se la rosa di macchia s’ingemma

sul liscio frusciare fra i rami

se la linfa trattiene il suo moto

incrociando un brivido di neve

se la rugiada riposa sulla curva dell’erba

e rispecchia trasparente la luna

marzo è arrivato

e se nel silenzio si apre un grido

e l’eco ripete quella sospesa nota

da un balzo all’altro calano gli uccelli

se quel volo intreccia una corona di vento

e si rinnova il fremito

di memorie ormai passate

marzo è arrivato

nuova stagione nuova emozione

o marzo marzo

non mi si scalda il cuore

come allora

.

aprile-ok

.

Di aprile

.

rinascono

forse d’aprile

in questa primavera nuova

tra moti d’acque e scie annuvolate

che oscurano il corpo della luna

queste ormai scarse sementi

prigioniere di una terra dura

che mostra tane e denti

rinascono

forse d’aprile

in questa imperfetta sostanza

in questo gravido corpo

di poche ossa di pochi elementi

quelli che hanno parlato

di speranze dimenticate

e quelli che hanno cercato risposte

rinascono

forse d’aprile

queste ormai scarse sementi

nel volger di quest’anno

o di un anno a venire?

.

maggio-ok

.

Di maggio

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“se bambagia raccoglie la sponda del fiume

e di maggio l’uggiosa messe

è discesa dal ramo

sapori - odori trapassano l’erba

e scivoli d’acqua

si allargano verso il tramonto

se lo zirlo del merlo manda messaggi

nel tremulo coro dell’alba

e antichi rumori rispondono

sulla riva del lago

lo slancio di alzavole in volo

occhieggia dal tempo lontano“

è di questo che voglio parlare

ma

se un passo si allontana

e una bocca vuol gridare

se una pena è appena nata

no

di questo non voglio parlare

giugnook

.

Di giugno

.

Osservo ogni stagione.

Forse di giugno

sancito il riscatto

se apri il cancello

non chiederò di più.

Nel frattempo dimentico

se hai toccato ogni furore

e oltrepassato ogni eccesso.

Nessuno viene dal cielo

a benedire l’uscio di casa

e il salice seccato

cede al primo soffio e cade

rimbalzando appena.

Ma attento se cadi

potresti raccogliere paure

perverse e abbeverartene.

Accetta il mio sforzo.

Questo pensiero non  ha

sicurezza adagiato come

un ventaglio di vetro

sopra un letto di ortiche.

Manca poco alla fine del mese.

Il  plenilunio sfiorerà

il profilo dei colli

per renderli umani.

Mi  consola l’ombra del  melo

forse di giugno

raccoglierò più frutta

se la stagione non sarà piovosa.

.

lugliook

.


Di luglio

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sale dalla terra e sembra

quasi non toccare il cielo

la luna come un oblò di luce

mi mostra rossa la sua faccia

si addensano i rumori della sera

nel giardino un gatto miagola

e una civetta tra i fitti rami

del leccio si rimpiatta e grida

dalla finestra aperta il vento

entrato ad arte a rivoltarmi le carte

mi mostra rinnovata la pace

toccata dal respiro della notte

accetto o non accetto

l’invito al sogno?

.

agosto-ok

.

Di agosto

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……attenti al matto!

se non ha fretta legge di tutto

più spesso scrive e allunga

le parole come fossero molle

fino al limite del verso

nell’ultimo sonetto ha inserito

una frase tradotta dal greco

che ormai non ha più senso

……attenti al matto!!

se non ha fretta gioca

stacca le rotelle dai pattini

le figurine dall’album

le lune dal calendario

costruisce treni di cartapesta

appende occhiali da sole

su tutti i cappelli di paglia

…… attenti al matto!!

quello accertato non è rivelato

costa fatica e ha più valore ma

finite le ferie di agosto

là non rimane che polvere

la tazza vuota del caffè espresso

tutti i grovigli dei treni

tutti i pensieri in corsa

.

sett-ok

.

Di settembre

.

si stempera il caldo

dell’estate nell’aria

trasparente del mattino

tra la nebbia e l’ombra

gli occhi puntati

come telecamere a filmare

sogni e pensieri

a mezza costa sfuocati

il cane dorme e ronfa

le sue zampe pelose

sul lenzuolo d’erba

rincorrono fantasmi

allarme sulle balaustre merlate

il tempo corrompe

le pietre e le emozioni

tramonta l’ultimo quarto

di luna e la notte

mi si culla dentro

ma non mi scuote

settembre si avvolge

nel suo stesso velo

e se ne va

.

ottobre-0k

.

Di ottobre

rotola sul tetto la pioggia

batte batte leggera

e con quel ritmo culla i miei sogni

baci-gocce si appoggiano piano

sulle mie labbra assetate

li assaporo senza saziarmi

frizzante l’aria del mattino

è un vino novello traditore

mi inebria e il sangue si rinnova

la nebbia non indica spazio

d’intorno lo spazio più grande

è dentro di me o forse dentro di te

quella lontana falce di luna

è un già ricordo e la tua pelle

non raccoglie più il mio respiro

malinconico ottobre

quali messaggi mi mandi dal cielo?

perché solo dal cielo?

.

nov-ok

.

Di novembre

.

dall’aperto libro del cielo

in un freddo mattino di novembre

la luna calante - sospesa e lenta

da sembrare immobile -

mi spiegava le sue arcuate geometrie

mi stupiva la sua forma sospesa

lucida incurvata e sottile

che si consumava fino a tramontare

mi commuoveva la sua esplorata verginità

la sua ignorante indifferenza

ma restava là - bianca sulla polvere

azzurra all’orizzonte - ignara

del mio sguardo che la possedeva

la luna calante di novembre

in quel freddo mattino

.

dic-ok

.

Di dicembre

.

“case coloniche illuminate

serate danzanti

cere di candele

piatti di ceramica blu

veli e scialli notturni

fiori di smalto

sulla luna piena

suono di violoncelli”

per la festa del compleanno

quant’altro ancora da ricordare?

trentuno di dicembre

batte mezzanotte

un orologio a cucù

le mani strette a pugno

la ragione smarrita

tutto sprofonda così in basso

dentro la credenza

ho chiuso le coppe

sopra lo scrittoio

sta cadendo la polvere

le cinture allacciate

per una frettolosa partenza

adesso ci sarà l’ultimo addio

c’è guerra tra noi

la pace si farà domani

.

.

il

2016

sia un anno

allegro benevolo

costruttivo danaroso eccellente

frizzante geniale innovativo letterario

magico naturale originale pacifico quieto

raggiante salutare tranquillo unico vivace zampillante

che ogni giorno

una luce ti guidi

che un amore

ti protegga

ogni giorno

auguri

Anna Maria

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