R. Mosi, “Esercizi di volo”, Europa Edizioni, 2016
“Poi d’improvviso venivo dal vento rapito e incoinciavo a volare nel cielo infinito..” “Volare … oh, oh!”
Cap. I, Giocare
“Un giorno, ne sono certo, riusciò a volare. Mi sono costruito due ali di tela leggera per esercitarmi, le lego alle braccia, salgo in cima a una scala e comincio ad agitarle, forte, sempre più forte, chiudo gli occhi e mi getto in avanti. Le ali mi danno slancio e la spinta attutisce l’impatto con la terra. Ho letto tutto quello che c’era da leggere sul tema del volo, dai prii tentativi nella storia del’uomo, dal volo di Icaro e di Dedalo, fino alle esperienza dei nostri giorni. Mi fermo a lungo a guardare il volo degli uccelli, specialmente il volo degli uccelli , specialmente il volo dei gabbiani; alla fine mi sento un gabbiano anch’io. Mentre seguo i passaggi nel cielo, mi trovo a ripetere le evoluzioni a braccia aperte, il capo in avanti, e mi capita di incrociare gli sguardi perplessi delle persone intorno a me.
Mi attraggono, in particolare, i luoghi alti, le antiche torri o le alture delle colline che si aprono su una ripida discesa. Salgo sulla spalletta della torre o ai margini dell’altura, distendo le braccia, mi sollevo sulle punte dei piedi e … stacco il volo. No, no, per ora immagino la scena, la partenza è rinviata, il volo prosegue solo nell’immaginazione.”