Luchino Visconti alla Cena di Proust al Ritz

Proust frequentò l’Hotel Ritz dove incontrava letterati e aristocratici. Si immagina una cena ai nostri giorni: fra gli ospiti Luchino Visconti

“Una Cena al Ritz” è il titolo dell’Antologia dedicata nel 2015 a Marcel Proust dalle edizioni www.laRecherche.it. Nella stessa Antologia si ricorda che egli fu, durante un periodo della sua vita, un habitué dell’Hôtel Ritz a Parigi, in place Vendôme, luogo prestigioso nel quale amava ricevere personalità del mondo letterario o aristocratici e far parlare, in grande confidenza, gli uomini e le donne che, in definitiva, avrebbero poi “abitato” la sua Opera.

“Per questo le voci che parlano nella Recherche, grazie alla penna dello scrittore, appaiono reali ed autentiche”. In questa occasione la Redazione delle edizioni www.laRecherche.it propose di immaginare un incontro conviviale dei nostri giorni, con la partecipazione di personaggi della Recherche (come Albertine, Eltsir, Bergotte) o di personalità del mondo della cultura ( John Ruskin, Giovanni Raboni, Luchino Visconti). Da parte nostra abbiamo scelto Luchino Visconti, ammiratore di Proust, e nel componimento che segue, il regista italiano “ospite” alla cena all’Hotel Ritz parla, sul filo dei ricordi (ripresi dai suoi diari e dalle interviste), dell’ ”incontro” con l’opera lirica  al Teatro della Scala e al Palazzo Visconti e del viaggio con la famiglia ogni anno verso le vacanze al mare, in Versilia: si aprono scene “preziose” che poi incontreremo in vari momenti della sua produzione (si veda Il Gattopardo, Morte a Venezia). I disegni sono di Enrico Guerrini.

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La rosa d’argento (Cena all’Hotel Ritz )

[Luchino Visconti  si rivolge a Marcel Proust]

.

Mi nutro di ricordi, visioni

Milano cupa, triste e gaia

spazio vitale, balli e operette

aura di profumi aristocratici.

.

Sono nato il due novembre

alle otto di sera, un’ora

dopo si alzava il sipario

della Scala per la Traviata.

.

Si nasceva a Palazzo

Visconti dopo aver dato

uno sguardo al programma

della stagione della Scala.

.

La sera in gran toilette

profumata Chevalier d’Orsay

si avvicinava al letto

per il bacio della buona notte.

.

Un’apparizione, sentivo

avvicinarsi il fruscio

della gran gonna di seta

m’investiva il dolce profumo.

.

Le tiepide perle della lunga

collana cadevano sulle

guance mentre si chinava

per un momento, su di me.

.

Ricordi, immagini, odori

sensazioni investivano

i miei sensi, un’eco profonda

persistente nella memoria.

.

Le storie di Morte a Venezia

erano state già vissute

nella mia vita, in stagioni

dal sapore di miele.

.

Vedo mia madre sulla spiaggia

legge un libro sotto la tenda,

col vento volano i capelli

si gonfia il vestito. (….) 4

.

All’alba mi sono svegliato,

gli invitati ancora ballavano

nella sala del Palazzo

ogni coppia una rosa d’argento.

.

Le candele illuminano la sala

gli specchi, gli Dei nel soffitto

il sorriso del Gattopardo

il ballo di Angelica e Tancredi.

.

La sala guardaroba, il primo

teatro, il lenzuolo per sipario

travestimenti: dame in pelliccia

di volpe, cappelli piumati.

.

I pranzi, un rito per la famiglia

i domestici in guanti bianchi,

le lotte dei ragazzi sotto la tavola,

mio padre, il sorriso del Gattopardo.

.

I domestici aprono tovaglie

sull’erba al “solito posto”

nel viaggio per Forte dei Marmi,

le provviste nelle ceste di paglia.

.

Un’infanzia felice dalla parte

dei Guermantes, dolci frutti

sull’albero della vita, suoni

immagini. Il tempo ritrovato. una_cena_al_ritz_di_aavv

Roberto Mosi, La rosa d’argento(Cena all’Hotel Ritz), in AA. VV. (a cura di Giuliano Brenna e Roberto Maggiani), Cena al Ritz, www.laRecherche.it , n. 187, Roma 2015, pagg. 225-230.

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