Un pubblico attento e divertito, alla Libreria Salvemini di Firenze,
ha seguito la presentazione del libro, un romanzo breve, introdotta
da Mirko Tondi, critico e scrittore, con la partecipazione
degli attori Giulia Capone Braga e Renato Simoni, e con le
illustrazioni del pittore Enrico Guerrini.
“Un piccolo grande libro” – è stato detto – denso, complesso,
riferibile a quel realismo magico che contraddistingue alcuni
scrittori italiani ed europei. Un sopramondo lo pervade, un universo
ricco di campi magnetici. La linea gialla è il limite-confine
fra il detto e il non detto fra le righe perché la fascinazione
proviene dalla meraviglia, dall’incanto che pervade la narrazione.
La follia come concetto e visione pervade tutta l’opera, follia intesa
come coraggio di manifestare ilproprio sogno nell’incalzare degli eventi.
Il racconto parte dagli eventi di un sabato d’agosto, nell’imminenza
del Ferragosto, a Salorno, Val d’Adige, a metà strada fra
Bolzano e Trento. La Valle in questa parte prende il nome
“Stretta di Salorno”. L’Autostrada è gonfia di traffico in questa giornata
da Bollino nero, colonne di macchine, incidenti; a fianco la
Statale, la ferrovia, la pista ciclabile, la piccola navigazione sull’Adige.
Per Salorno è una giornata di Festa per la riapertura dell’antico
Castello, dopo i lavori durati anni, sponsorizzati dall’impresa
Melinda, da case automobilistiche tedesche, da case di moda
nel ramo dei prodotti intimi. La Festa è per l’intero giorno e per la
notte, la “Notte delle leggende”. E’ fissata una visita di stato in
onore dell’amicizia Italo – Germanica. I servizi segreti, compresi
quelli americani, vegliano sulla Festa con tutti i mezzi, attenti ad
ogni possibile minaccia. A fianco dell’Autostrada si apre il cimitero
delle macchine dove giacciono le carcasse delle macchine, vittime
del traffico, consolate dai carri soccorso.
E’ dunque una giornata speciale in un luogo speciale, dove le
cose parlano fra loro e con gli ultimi di questo mondo, i folli,
gli ubriachi. Il libro ci guida lungo un percorso pieno di
sorprese, di scatti ironici, animato anche dalle sorprese del
racconto giallo: è la metafora dei tempi duri, difficili
che stiamo vivendo e il registro della narrazione, a scatti,
nevrotico, ricerca consonanze con le atmosfere che invadono i
nostri tempi.