L’Isolotto è un triangolo – i cateti
sono campi di canne, il fiume
l’ipotenusa -; c’è un prete
che ha perso la memoria – ricorda il Libro
a stappi -, che parla della sacca del sangue
che nella fronte gli si spaccò;
un altro che in camicia dice soffiando alto
verso Cristo e verso la luna: “E’ più forte
di noi. Bisogna che ci crediamo”; e un altro ancora
che viene da lontano con alterata tristezza,
e tutti dicono le medesime cose in lingue
diverse – nord e sud che si incontrano
in questo triangolo su cui passa il sole e cade
la notte, e uomini usano fazzoletti
e li lavano il giorno dopo, ascoltano parole
mentre mangiano il gelato, e le ossa dei bambini
fanno un rumore nella notte,
mentre vengono giù le serrande
delle case attorno e gira la luna e dopo,
allontanandoci con il corpo, tuttavia
restiamo là, a sostenere la debolezza di Dio
che è più forte dei mortali, la sua pazzia
più sapiente della speranza degli uomini.
settembre 1969
Mariella Bettarini
da La Rivoluzione Copernicana, Trevi editore, Roma 1970