Mostra di foto sui Nonluoghi

La scommessa è di creare identità, seguendo “una nuova sensibilità per interpretare il mondo, conformato, caotico e indecifrabile che ci sta dinanzi”

La parola nonluoghi è stata coniata dall’antropologo Marc Augè per gli spazi attraversati da folle d’individui per spostarsi, fare acquisti e altro, dove “non si costruiscono identità”. Nelle fotografie di Roberto Mosi questi luoghi acquistano, tuttavia, la natura di soggetti attraverso la sensibilità di un nuovo sguardo. L’elemento posto in risalto, è la capacità della fotografia - come sostiene C. Cotton in “La fotografia come arte contemporanea” – “di trasformare anche i soggetti più inconsistenti in un unico immaginativo di grande importanza”. La scommessa è di creare identità, seguendo “una nuova sensibilità per interpretare il mondo, conformato, caotico e indecifrabile che ci sta dinanzi” (cfr. G. Basilico, Architettura, città, visioni).
Roberto Mosi nel suo avventurarsi a piedi per la città – Firenze e Roma – coltiva nello scatto fotografico, in bianco e nero, una visione normale, contemplativa, con uno sguardo lento, che s’impossessa e rende protagonista il soggetto, collocato nel suo spazio. Anche il mezzo è normale, senza le dilatazioni del grandangolo o altro.
E’ legato alla narrazione e alla ricerca fotografica di Mosi, l’interesse per la poesia: i suoi versi sono pieni d’immagini. Le ultime raccolte di poesia sono “Nonluoghi” (e-Book in www.larecherche.it), “Luoghi del mito”, “L’invasione degli storni”.
Silvia Ranzi, critico d’arte, così commenta la Mostra:
“Roberto Mosi, poeta affermato nell’ambito della cultura fiorentina contemporanea ama corredare le sue “macrotematiche liriche” di immagini fotografiche che acquistano il valore aggiunto di autonome equivalenze figurative nella resa interpretativa del sostrato cognitivo ed emozionale alla base dell’intento ispirativo.
La Mostra “Nonluoghi” ci offre una significativa campionatura di foto in digitale da lui scattate, a supporto della silloge omonima, in cui sono esplorati i “transiti” della vita moderna secondo silenti inquadrature di paesaggi urbani nelle contraddizioni sociali di ricerca o assenza di identità.
L’alternanza descrittiva del bianco e nero nei suoi documentaristici e rigorosi orditi si presta alla narrazione contemplativa, assorta ed esistenziale degli spazi-habitat dell’uomo del III millennio, homo sapiens e viator, nella dimensione tecnologica universale di un capitalismo globale in via di ridefinizione nelle sue criticità consumistiche: dalla decrescita all’ecosostenibilità verso nuove spinte di democrazia politica e culturale.”
Roberto Mosi vive a Firenze; ha diretto il settore Cultura della Regione Toscana. Saggista, poeta, ha tenuto mostre di fotografia presso biblioteche, librerie, caffè letterari. Ha curato mostre nel campo della Poesia visiva.

Inaugurazione della Mostra: venerdì 1° luglio, ore 17

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